Stagione 2024/2025 | 4 febbraio 2025
E LA FESTA CONTINUA!
Titolo originale: Et la fête continue!
Regia: Robert Guédiguian
Sceneggiatura: Robert Guédiguian, Serge Valletti
Fotografia: Pierre Pilon
Musiche: Michel Petrossian
Montaggio: Bernard Sasia
Scenografia: David Vinez
Costumi: Anne-Marie Giacalone
Interpreti: Ariane Ascaride (Rosa), Jean-Pierre Darroussin (Henri), Lola Naymark (Alice), Robinson Stévenin (Sarkis), Gérard Meylan (Tonio), Grégoire Leprince-Ringuet (Minas), Alice Da Luz (Laëtitia), Pauline Caupenne (Paula), Jacques Boudet (signor Bernard), Yann Trégouët (Jackson), Adrien Jolivet (Gianni), Xavier Mathieu (padre di Rosa e Tonio), Miveck Packa (Simona), Julie Lucazeau (signora Moreno), Cathy Darietto (Clarisse), Géraldine Loup (parrucchiera), Valérie Naccarato (ragazza della spiaggia)
Produzione: Marc Bordure, Robert Guédiguian per Agat Films & Cie/France 3 Cinéma/Bibi Film/Canal+/Ciné+/Cinemage/Indéfilms/LBPI/Sofitvcine
Distribuzione: Lucky Red
Durata: 106’
Origine: Francia, Italia, 2023
Data uscita: 11 aprile 2024
Rosa è il cuore e l'anima del suo quartiere popolare nella vecchia Marsiglia. Divide la sua energia strabordante tra la sua famiglia numerosa e unita, il lavoro da infermiera e il suo impegno politico a favore dei più svantaggiati. Ma quando si avvicina alla pensione, le sue illusioni cominciano a vacillare. Sostenuta dalla vitalità dei suoi cari e dall'incontro con Henri, si rende conto che non è mai troppo tardi per realizzare i propri sogni, sia politici che personali.
La crisi della sinistra, la solidarietà di classe, Marsiglia come centro del mondo: bentornato Robert Guédiguian. Che con “E la festa continua!”, ventitreesimo lungometraggio in quarantadue anni, resta fedele a sé stesso, a un paesaggio che è soprattutto orizzonte culturale e a personaggi che prima ancora sono persone (perché amici se non familiari). Orgogliosamente - e inevitabilmente - un uomo del Novecento che crede nell’utopia nonostante tutto, perché «niente è finito e tutto comincia», anche nella Francia neoliberista di Macron (va da sé, detestato) che è porto, frontiera, campo di battaglia. Nel suo essere ancorato al passato (personale, cioè da cineasta; e politico, cioè da militante), fa i conti col presente, con le sue fragilità e con le sue contraddizioni.
A partire dal (vero) crollo di due palazzi a rue d’Aubagne, nel centro di Marsiglia, il 5 novembre 2018, che causò otto morti e scatenò un’ondata di solidarietà, quest’ultima incrociata con le mobilitazioni in difesa del mercato della Plaine. I movimenti cittadini parlarono di “catastrofe” e misero sotto accusa le politiche urbanistiche della città. Guédiguian edifica tra le macerie una storia corale il cui perno è Rosa (come Luxemburg, mentre il fratello è Tonio in onore di Gramsci), infermiera e attivista (la cura del prossimo come missione), cuore e anima del quartiere, matrona di una famiglia numerosa e patrona di una comunità politica che la riconosce leader carismatica, che come una triglia «contiene tutto il Mediterraneo».
A incarnarla è Ariane Ascaride, moglie e musa del regista, al solito magnifica nel raccontare un mondo attraverso uno sguardo o un sorriso, «quarant’anni di sconfitte» e le nuotate in piscina per meditare, l’amore per le cinciallegre e la smorfia al parrucchiere per un nuovo taglio da sfoggiare in campagna elettorale («sembrerò più vecchia?»).
Attorno a lei due generazioni, una più giovane alla ricerca di un posto nel mondo (famiglie da consolidare, lavori da ripensare, la pandemia che sconvolge i progetti) e quella più anziana che vuole riempire di vita i giorni che restano e non viceversa. E a Rosa il destino regala la possibilità di un nuovo amore con Jean-Pierre Darroussin, altro feticcio dell’autore, che porta in dote il sorriso malinconico e l’andatura di chi sa aspettare, mette in contatto le due sponde del Mediterraneo, scrive cartoline senza spedirle, balla con lei sotto casa prima di “fare il guaio”, guarda il mare al tramonto mentre Yves Montand canta la vecchia canzone che dà il titolo al film.
Come tutti i grandi autori, Guédiguian fa sempre lo stesso film (è il fronte “propositivo” del cupo retro di “La ville est tranquille”, un aggiornamento romantico di “Marius e Jeannette”) e “E la festa continua!” non è solo l’ennesimo compendio di una carriera (c’è anche Gerard Maylen, un altro fedele compagno di strada) ma anche il nuovo capitolo di un discorso che misura il mondo stando dentro la propria patria. Che è anche il crocevia di disincanti e speranze, amarezze e speranze, furori e dolori di una generazione consapevole di aver fallito. E comunque ancora desiderosa di trasmettere qualcosa a chi verrà: l’incompreso “Gloria Mundi”, con quella bambina ad annunciare una rinascita nonostante il degrado e i disastri del capitalismo, parlava proprio di questo. Pur non essendo il suo miglior lavoro, è difficile non farsi coccolare da un film così umano, dove emerge, nonostante tutto, la grandezza popolare di Guédiguian. Cineasta caparbio e integro, che sempre e per sempre troveremo dalla stessa parte: sulle barricate.
Lorenzo Ciofani, Cinematografo.it
Nel 2018 in rue
d’Aubagne, a Marsiglia, crollano per incuria e abbandono due edifici: otto
morti. La città è sotto shock, la mobilitazione popolare fragorosa e inedita da
anni. La sinistra si organizza e si unisce, Michèle Rubirola, storica militante
dei quartieri, candidata suo malgrado, vince le elezioni dopo anni di destra
delle peggiori. A lei si ispira Guédiguian per il personaggio di Ariane
Ascaride, che si chiama Rosa come Luxemburg e ha un fratello, Antonio, come
Gramsci. Rosa a 60 anni si innamora di Henri (Jean-Pierre Darroussin) e per una
volta mette in discussione l’impegno politico in prima persona, ma come
resistere sapendo che senza di lei la gauche perderebbe? A un certo punto
Guédiguian inquadra Darroussin con il bicchiere di vino in mano di fronte alla
Corniche mentre Aznavour canta “Emmenez-moi”.
È esattamente come/dove vorrei invecchiare io. La canzone non è casuale: il
grande armeno di Francia (e il tema Armenia è tra quelli che tornano anche nel
film) canta a un certo punto «il me semble que la misère serait moins pénible
au soleil», a voi la traduzione. Se spengo il cuore per un attimo trovo anche
qualche difetto: la narrazione esplicita di Rosa non è indispensabile, il
rapporto tra Antonio e Laëtitia forse un po’ forzato, o per lo meno “senile”...
Però di Guédiguian continuo ad amare la sincerità, la militanza, l’insoumission
che se ne frega di essere didascalica perché ci crede davvero, e fino in fondo.
Con Ken Loach in pensione resta solo lui convinto che cinema popolare e
d’autore non siano in contrasto. Il cast è il solito suo: oltre a Ascaride e
Darroussin tornano tutti - Meylan, Naymark, Stévenin jr., Leprince-Ringuet - e
la festa continua.
Mauro
Gervasini, Film Tv
ROBERT GUÉDIGUIAN
Filmografia:
L'ultima estate
(1981), Rouge midi (1983), Ki lo sa? (1985), Dieu vomit les tièdes (1989),
L'argent fait le bonheur (1993),
Marius e Jeannette (1997), Al posto
del cuore (1998), À l'attaque!
(2000), La ville est tranquille
(2000), Marie-Jo e i suoi 2 amori
(2002), Le passeggiate al Campo di Marte
(2005), Le voyage en Arménie (2005), Lady Jane (2008), L'armée du crime (2009), Le
nevi del Kilimangiaro (2011), Au fil
d'Ariane (2013), Une histoire de fou
(2015), La casa sul mare (2016), Gloria Mundi (2019), E la festa continua! (2023), La gazza ladra (2024)
Martedì 11 febbraio 2025:
I DELINQUENTI di Rodrigo
Moreno, con Esteban Bigliardi,
Margarita Molfino, Mariana Chaud, Gabriela Saidón, Cecilia Rainero
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