Stagione 2019/2020 | 22 ottobre 2020
OLD MAN & THE GUN
Titolo originale: The old man & the gun
Regia: David Lowery
Soggetto: da un articolo di David Grann apparso sul
quotidiano "The New Yorker" il 27 gennaio 2003
Fotografia: Joe Anderson
Musiche: Daniel Hart
Montaggio: Lisa Zeno Churgin
Scenografia: Scott Kuzio
Arredamento: Olivia Peebles
Costumi: Annell Brodeur
Interpreti: Casey Affleck (John Hunt), Robert Redford (Forrest Tucker), Sissy Spacek (Jewel), Tom Waits (Waller), Danny Glover (Teddy), Elisabeth Moss (Dorothy), Keith Carradine (capitano Calder), Tika Sumpter (Maureen), Isiah Whitlock Jr. (detective Gene Dentler), Augustine Frizzell (Sandra), Gene Jones (mr. Owens), Barlow Jacobs (Offerman), Robert Longstreet (Stephen Beckley)
Produzione: Toby Halbrooks, Bill Holderman, James M. Johnston, Anthony Mastromauro, Dawn Ostroff, Robert Redford, Jeremy Steckler, James D. Stern per Condé Nast/Endgame Entertainment/Identity Films/Wildwood Enterprises/Sailor Bear
Distribuzione: Bim Distribuzione
Durata: 93'
Origine: U.S.A., 2018
Data uscita: 20 dicembre 2018
Ispirato alla storia vera di
Forrest Tucker, un uomo che ha trascorso la sua vita tra rapine in banca ed
evasioni dal carcere. Negli anni del suo crepuscolo, dalla sua temeraria fuga
dalla prigione di San Quentin a settant'anni, fino a una scatenata serie di
rapine senza precedenti, Forrest Tucker disorientò le autorità e impressionò il
pubblico. Coinvolti in maniere diverse nella sua fuga, ci sono l'acuto e
inflessibile investigatore John Hunt, che gli dà implacabilmente la caccia ma è
allo stesso tempo affascinato dall'impegno non violento profuso da Forrest nel
suo mestiere, e una donna, Jewel, che ama Forrest nonostante la professione che
l'uomo si è scelto.
Robert Redford trova la porta chiusa. Sta per bussare.
Poi di colpo ferma la mano. I suoi gesti restano sempre nella testa. Il modo in
cui simula la pistola con le dita. Il suo saluto in “La stangata”. Per il suo addio allo schermo l’attore statunitense
sembra ripercorrere tracce di tutta la sua carriera in questo ottimo “The Old Man & the Gun”, terzo
lungometraggio dietro la macchina da presa di David Lowery. Dove il regista
riprende alcune tracce del suo secondo film, “Ain’t Them Bodies Saint”, dove i modelli di riferimento, nella
vicenda dei due fuorilegge interpretati da Rooney Mara e Ben Foster, apparivano
ancora quei gangster-movie a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, tra “Gangster Story” e “I compari”.
Ma stavolta, con Robert Redford che trascina in modo
perentorio il film contrapposto a un altrettanto prodigioso Casey Affleck, il
risultato è decisamente migliore. Il regista, anche sceneggiatore, si ispira a
un articolo del New Yorker per raccontare la storia vera di Forrest Tucker, un
uomo che ha trascorso gran parte della sua vita tra rapine in banca ed evasioni
dal carcere. Ora, assieme ad altri due complici, continua instancabilmente la
propria ‘professione’. Un ladro gentiluomo, che non minaccia e non ferisce mai
nessuno. L’investigatore Hunt (Casey Affleck) inizia a dargli la caccia. Ma al
tempo stesso è anche affascinato da lui.
Un’ipnotica danza, che si manifesta anche nella scena
del ballo di Hunt con la moglie, con la musica al piano e la colonna sonora che
richiamano le atmosfere della New Hollywood. In un cinema che lavora con
abilità e autentica nostalgia sul Mito, che riattiva il passato attraverso
ricordi, fotografie (quella di Tucker con la moglie e la figlia), che ha un
andamento lento, in cui un pezzo di carta racchiude già tracce della sua
storia, con le 16 evasioni dal carcere mostrate come flash, a partire da quella
del 1936 da un riformatorio. Dove gli inseguimenti sembrano sovrapporsi sulle
immagini di un cinema del passato. Con le auto della polizia dietro quella di
Tucker. Il cofano che si apre. I soldi che escono. Oppure ancora il cinema on
the road. Il viaggio senza meta (i diversi spazi, tra cui Dallas a San
Francisco, attraversati da Forrest nel 1981, anno in cui è ambientato “The Old Man & the Gun”). Dove i
protagonisti non avevano più una casa. E Redford trova provvisoriamente quella
di Sissy Spacek. Con i cavalli. Con l’apparizione dell’attrice fulminante come
in “Una storia vera” di Lynch. Il
loro primo incontro dove che si è rotto il motore dell’auto della donna è già
il segno di tutto un film che spazia continuamente tra il desiderio e il
rimpianto. E che ha un fascino nascosto anche nel mettere in gioco il
fuorilegge e l’investigatore. Nel loro incontro nel bagno di un locale, Lowery
lascia interamente la scena ai due attori. Sguardi e parole di un cinema
perduto. Dove altre immagini si sovrappongono. Quelle di Warren Oates in tv in “Strada a doppia corsia” di Monte
Hellman. Quella di Redford giovane in “La
caccia” di Arthur Penn, dove Forrest Tucker potrebbe essere l’incarnazione
di Bubber Reeves di quel film, anche lui criminale evaso dal penitenziario. Che
si combina anche con le identità di Sundance Kid di “Butch Cassidy” e il truffatore di strada Johnny Hooker di “La stangata”, entrambi diretti da George
Roy Hill. Un congedo dal grande schermo sontuoso quello di Redford. Ma ha
attorno anche un film che funziona alla grande.
«Quel che segue è quasi tutto
vero». Così iniziava “Butch Cassidy”,
quasi mezzo secolo fa, e così inizia “Old
Man & the Gun”, la ballata nostalgica con cui Robert Redford si congeda
dal mestiere d’attore. La storia quasi vera è quella di Forrest Tucker,
ultrasettantenne rapinatore di banche e collezionatore di evasioni: lui e i
suoi complici erano noti negli anni 80 come la ‘Over-the-Hill Gang’, la banda
dei vecchietti. Cortese e carismatico, Tucker colpisce a mano disarmata (come i
‘rapinatori della buonanotte’ di “Bandits”),
armato però di un fascino che non lascia scampo, un po’ come il Frank Abagnale
di “Prova a prendermi”, cui lo
accomunano la febbre del crimine e il virile rispetto per il suo ‘cacciatore’
(il film è tratto da un articolo di David Grann, cantore di magnifici
megalomani: suo il libro all’origine di “Civiltà
perduta”). Diretto dal più hipster dei registi mainstream, il David Lowery
di “Storia di un fantasma” e “Il drago invisibile”, il film è una tale
gioia per gli occhi da far soprassedere sui leziosi ammiccamenti vintage
(perfino il font dei titoli è lo stesso di “Butch
Cassidy”): girato in pastoso Super 16, a ritmo di jazz, è un monumento al
genio attoriale di Redford. Incantevole in senso quasi stregonesco, innesca con
Sissy Spacek una chimica da far impallidire coppie mezzo secolo più giovani, e
gigioneggia al ribasso coi compari Danny Glover e Tom Waits (al secondo ruolo
memorabile del 2018 dopo “La ballata di
Buster Scruggs”). Una prova che trasuda letteralmente carisma e piacere del
recitare. «Sembrava felice», dicono le cassiere rapinate da Tucker: al ladro
gentiluomo, Redford fa dono della gioia di chi ama il suo mestiere.
DAVID LOWERY
Filmografia:
Ain’t Them Bodies Saints (2013), Il Drago
Invisibile (2016), Old Man & The Gun (2018)
Martedì 27 ottobre
2020:
L’OSPITE di
Duccio Chiarini, con Daniele Parisi, Silvia D'Amico, Anna Bellato, Thony,
Milvia Marigliano
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