Stagione 2019/2020 | 27 ottobre 2020
L’OSPITE
Regia: Duccio Chiarini
Soggetto: Duccio Chiarini, Davide
Lantieri, Marco Pettenello
Sceneggiatura: Roan Johnson, Davide
Lantieri, Duccio Chiarini, Marco Pettenello
Fotografia: Baris Özbiçer
Musiche: Brunori Sas
Montaggio: Roberto Di Tanna
Scenografia: Laura Boni
Costumi: Kay Devanthey-Giovannon
Suono: Jürg Lempen (presa diretta)
Interpreti: Daniele Parisi (Guido), Silvia
D'Amico (Chiara), Anna Bellato (Lucia), Thony (Roberta), Sergio Pierattini
(Alberto), Milvia Marigliano (Gioietta), Daniele Natali (Dario), Guglielmo
Favilla (Pietro), Tatiana Winteler (professoressa Anichini), Anahi Traversi
(Tania), Francesco Lagi (Corso), Nicola Mastroberardino (Patrick), Roberta Fossile
(dottoressa pronto soccorso), Igor Horvat (neurologo), Francesca Turrini
(ostetrica), Dario Brunori (cantante locale), Luca Di Giovanni (agente
immobiliare), Ernesto Marino (Jacopo), Flaminia Signorelli (Anita), Alberto
Chiarini (professor Ciminieri), Bianca Ceravolo (studentessa universitaria),
Dario Mannini (dottore Pronto Soccorso), Enrico Saccà (segretario scuola),
Giacomo Valerii (bambino piscina)
Produzione: Tommaso Arrighi, Michela
Pini, Vincent Wang, Fred Bellaïche per Mood Film, con Rai Cinema, in
coproduzione con Cinédokké/House On Fire Productions/Relief
Distribuzione: Mood Film
Durata: 94’
Origine: Svizzera, Francia, Italia,
2017
Data uscita: 22 agosto 2019
Il trentottenne Guido e la
trentatreenne Chiara, trovandosi inaspettatamente a scegliere se avere un
figlio, prendono decisioni opposte che li porteranno a separarsi. Di fronte ai
primi tentennamenti della fidanzata e nella speranza di farle cambiare idea,
Guido decide di lasciare la casa dove convivono da anni e di chiedere ospitalità
sui divani delle persone a lui più care. Inizia così uno strano viaggio che lo
porta presto a trovarsi testimone delle vicende altrui da un punto di vista
nuovo, quello dell'ospite. In un momento di smarrimento, assalito da mille
domande esistenziali, si trova a notare aspetti dell'intimità dei rapporti e
delle vite delle persone a lui più vicine completamente nuovi. Proprio questo
nuovo sguardo gli permetterà di accettare l'idea che a volte anche i grandi
dolori possono dare la forza per un nuovo inizio.
Un lungo pellegrinaggio senza una meta precisa, a piedi
o su un'auto elettrica, fra strade e salotti di Roma, tra quieti paesaggi
urbani e interni (e interiorità) borghesi. Guido è il protagonista de “L'ospite”, opera seconda di Duccio
Chiarini (……). Si sposta in continuazione da Villa Torlonia a via delle
Medaglie d'oro, da ponte Milvio, dove vivono i suoi genitori, al loft sulla
Tiburtina dell'amico architetto, al dipartimento di filosofia di Villa
Mirafiori di via Nomentana. “L'ospite”
è una commedia intelligente, ondivaga, molto ben scritta, centrata sulla
precarietà sentimentale e professionale che caratterizza la generazione dei
quarantenni, indecisi fra il ruolo genitoriale e quello di figli. Il tutto
narrato in un mix di malinconia e ironia, amarezza, tenerezza e divertimento.
La scena iniziale racconta come il pericolo di una possibile, imprevista
gravidanza porti alla luce la crisi sotterranea del rapporto fra Guido, perenne
ricercatore universitario, e Chiara, guida turistica. Lui quel figlio vorrebbe
anche tenerlo, lei è contraria. Così a Guido non resta che fare le valigie e
vagare, ospite momentaneo, fra la casa dei genitori e quella di amici vari.
Durante le sue peregrinazioni da un divano all’altro, Guido cerca risposte alle
domande sul perché della fine dell'amore, ma scopre che anche fra le coppie
apparentemente più solide e stabili esistono crepe e segreti inconfessabili e
che nessuno può fornirgli le risposte agognate. Ad esempio, Lucia, sposata e in
attesa di un secondo figlio, gli confessa di essersi innamorata di un altro
uomo. Guido, incredulo, le fa notare, come se la donna non ne fosse
consapevole: «Ma tu sei mamma e sei incinta!». Nei due ruoli principali sono
Daniele Parisi che ha convinto il regista «per la tenerezza dello sguardo e la
capacità di recitare restando silenzioso», e Silvia D' Amico, «per l'intensità
e il trasporto con cui ha disegnato il personaggio di Chiara». A completare il
cast, Anna Bellato, Thony, Sergio Pierattini. Da segnalare anche il cameo di
Brunori SAS che, nel ruolo di sé stesso, interpreta una canzone. Girato a Roma,
“L' ospite” è stato presentato nel
2018 ai Festival di Locarno e di Torino.
Franco Montini, La Repubblica
Un peraltro non spiacevole
profumo di antico pervade “L’ospite”, opera seconda di Duccio Chiarini (la
prima è “Short Skin”), coproduzione italo-svizzera proposta al festival di
Locarno, sezione Piazza Grande. Perché ricorda, preso nel suo complesso, un po’
quei film “del e sul riflusso” che andavano in cerca di moda negli anni ’80 o
giù di lì. In effetti “L’ospite”
tratta della cronaca di un disamore. Un curioso incidente, un preservativo
rotto, rivela la crepa di un rapporto: «Che facciamo, dobbiamo prendere la
pillola» dice Chiara, «Magari è un segno del destino» dice Guido, più
speranzoso perché in fondo a lui un figlio non dispiacerebbe. Invece, da lì la
coppia implode nella crisi. Lei, due master ma che ha trovato lavoro solo come
guida turistica, si macera e chiede spazio per riflettere, lui assistente
universitario che ha quasi ultimato un saggio su Calvino, va in crisi d’ansia e
girovaga zingaro tra la casa dei genitori e i divani degli amici. Per scoprire
che sono tutti in crisi; i sentimenti sono terribili, non stanno mai fermi. «Le
donne a quell’età danno certezza, non fanno casino» esclama il padre tra un
bisticcio e una polemica con la moglie.
Quasi «un romanzo di
formazione tardivo», afferma il regista (classe ‘77, quindi pressoché coetaneo
ai suoi personaggi), un’opera sulle insicurezze della sua generazione, arrivata
a sfiorare gli anta, “iper-specializzata” ma senza bussole.
Grande merito di questo film
che avrebbe potuto benissimo essere interpretato allora da un Troisi, una Buy o
un morettiano intimista, è però quello di conservarsi a lato del dramma psicologico,
il piagnucolio e l’autofrullatura nella sfiga. C’è leggerezza nei toni e si
punta molto all’ironia, mentre le situazioni in cui tutti ci riconosciamo, come
davanti a uno specchio, vengono ripercorse come un tragitto sentimentale che va
di stazione in stazione, senza tralasciare nulla.
Buona parte del merito va ai
protagonisti, naturali senza strafare. Daniele Parisi e Silvia D’Amico vengono
da solidi studi teatrali. Il primo ha debuttato sullo schermo con “Orecchie” di
Alessandro Aronadio (presentato a Venezia e in cui recitava anche la D’Amico),
la seconda è stata la protagonista (premiata) di “Fino a qui tutto bene” di Roan Johnson e “Non essere cattivo” di Claudio Caligari (dove è stato premiato col
Nastro d’Argento tutto il team degli attori principali). Di supporto un cast
molto amalgamato, tra cui si nota anche, cresciuta, la palermitana Thony che ha
vinto un Ciak d’Oro come autrice delle canzoni proprio nel film in cui ha
debuttato come attrice, scoperta da Paolo Virzì e lanciata in “Tutti i santi i giorni”.
Massimo Lastrucci, Ciak
DUCCIO CHIARINI
Filmografia:
Short Skin (2014), L’ospite (2017)
Giovedì 29 ottobre
2020:
LA
CASA DEI LIBRI di Isabel Coixet, con Emily Mortimer, Bill
Nighy, Patricia Clarkson, Lucy Tillett, Nick Devlin
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