Rassegna di primavera 2023 - 18 aprile 2023
QUI RIDO IO
Regia:
Mario Martone
Soggetto:
Mario Martone, Ippolita di Majo
Sceneggiatura:
Mario Martone, Ippolita di Majo
Fotografia:
Renato Berta
Montaggio:
Jacopo Quadri
Scenografia:
Giancarlo Muselli, Carlo Rescigno
Costumi:
Ursula Patzak
Effetti:
Ghost SFX s.r.l.
Suono:
Alessandro Zanon, Silvia Moraes (montaggio), Giancarlo Rutigliano (mix)
Interpreti:
Toni Servillo (Eduardo Scarpetta), Maria Nazionale (Rosa De Filippo Scarpetta),
Cristiana Dell'Anna (Luisa De Filippo), Eduardo Scarpetta (II) (Vincenzo
Scarpetta), Roberto De Francesco (Salvatore Di Giacomo), Lino Musella
(Benedetto Croce), Paolo Pierobon (Gabriele D'Annunzio), Giovanni Mauriello
(Mirone), Chiara Baffi (Anna De Filippo detta Nennella), Gianfelice Imparato
(Gennaro Pantalena), Iaia Forte (Rosa Gagliardi), Roberto Caccioppoli (Domenico
Scarpetta detto Mimì), Lucrezia Guidone (Irma Gramatica), Elena Ghiaurov (Lyda
Borelli), Gigio Morra (Presidente del tribunale), Greta Esposito (Maria
Scarpetta), Alessandro Manna (Eduardo De Filippo), Marzia Onorato (Titina De
Filippo), Salvatore Battista (Peppino De Filippo), Aldo Minei (Eduardo De
Filippo detto Eduardiello), Nello Mascia (Giudice istruttore), Tommaso Bianco
(Zio Pasqualino), Benedetto Casillo (Luca), Francesco Di Leva (Fotografo),
Giovanni Ludeno (Ferdinando Russo)
Produzione:
Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori per Indigo Film con Rai
Cinema, in coproduzione con Mariela Besuiewsky per Tornasol
Distribuzione:
01 Distribution
Durata:
132’
Origine:
Italia, Spagna, 2021
Data uscita:
9 settembre 2021
Alla 78. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica
di Venezia (2021) Premio Francesco Pasinetti per la miglior interpretazione
maschile a Toni Servillo; Premio Fondazione Mimmo Rotella a Mario Martone e
Toni Servillo; Premio La Pellicola d'Oro per la miglior sartoria cineteatrale
alla Sartoria Tirelli; David di Donatello 2022 per migliore attore non
protagonista (Eduardo Scarpetta II); migliore regia ai Nastri d'Argento 2022
Dietro
la maschera. Ad inizio ‘900 il re incontrastato del teatro napoletano (e
italiano) è Eduardo Scarpetta. Inventore del teatro dialettale, attore e
commediografo, sbanca il botteghino grazie al personaggio di Felice Sciosciammocca
(“Miseria e nobiltà”), personaggio capace di far dimenticare Pulcinella
al pubblico partenopeo.
Arrivista
e ambizioso, il successo lo ha trasformato in un uomo ricchissimo: la simbiosi
tra vita e teatro è massima, al punto che tanto sul palcoscenico quanto nel
dietro le quinte gravita tutto il suo nutrito e complesso nucleo familiare.
Moglie,
compagne, amanti, figli legittimi e illegittimi (tra i quali i mai riconosciuti
Titina, Eduardo e Peppino De Filippo…), Scarpetta domina la scena e il
focolare.
Fino
a quando non decide di imbarcarsi in un azzardo, la parodia de “La figlia di
Iorio”, tragedia firmata dall’allora vate Gabriele D’Annunzio: denunciato
per plagio (prima causa sul diritto d’autore in Italia), dovrà far fronte ad un
periodo in cui quel delicato equilibrio creato fino ad allora rischia di andare
in frantumi.
Attraverso
la ricostruzione d’epoca di un periodo storico cruciale del nostro paese, dal
punto di vista politico culturale e sociale (decisiva in tal senso
l’auto-arringa conclusiva del protagonista - nel 1908 - in cui si profetizzano
i prodromi di quanto avverrà da lì a un decennio), Mario Martone prende in
prestito dallo stesso Scarpetta la frase che fece apporre sulla facciata della
sua Villa La Santarella: “Qui rido io” diventa allora ‘epigrafe’
doppiamente simbolica con cui provare a rimettere ordine nell’infinito
disordine entro il quale si muoveva l’artista e l’uomo.
Toni
Servillo giganteggia nel restituire la dimensione di una maschera capace di
sedurre le folle e governare il sempre più ingovernabile apparato del dietro le
quinte, mentre intorno a lui uno stuolo di ben più che dignitosi comprimari (da
Maria Nazionale a Cristiana Dell’Anna, da Gianfelice Imparato ad Antonia
Truppo, da Eduardo Scarpetta - che interpreta Vincenzo, di fatto il suo
bisnonno - a Roberto De Francesco e Lino Musella, rispettivamente Salvatore di
Giacomo e Benedetto Croce) fornisce il necessario e ineludibile apporto per
l’indispensabile impalcatura destinata a sorreggere l’intero impianto.
Teatralizzando
inevitabilmente, ma non per questo togliendo smalto all’intreccio di dinamiche
familiari disfunzionali e malinconiche, Martone regala momenti di grande
spessore filologico e filosofico (la bagarre al Teatro Mercadante quando gli
infervorati dannunziani si scagliarono contro la parodia messa in atto da
Scarpetta, oppure l’incontro con Benedetto Croce, la cui perizia fu decisiva
nel riconoscere quanto «la parodia fosse nell’arte perché già presente nella
vita», pur riconoscendo mediocre l’opera di Scarpetta) ma, soprattutto, ragiona
sulle varie declinazioni del potere: quello delle nuove mode che impongono
l’affermarsi di tendenze affini allo ‘spirito del tempo’, contrapposto a quello
del capocomico-padrone che pretende di instradare la sterminata figliolanza a
portare avanti il frutto del suo genio (senza però mai riconoscerne
ufficialmente il legame di sangue).
Un’eredità
che la storia poi non ha potuto far altro che riconoscere, e celebrare, proprio
grazie alla successiva affermazione di uno dei più grandi e importanti autori
teatrali del Novecento italiano, Eduardo (De Filippo). Che da bambino
trascorreva le nottate a ricopiare le commedie di quel padre ‘non ufficiale’, e
a scriverne di proprie.
Valerio
Sammarco, Cinematografo.it
MARIO
MARTONE
Filmografia:
Morte di un matematico napoletano (1991), Rasoi (1993),
L'amore molesto (1995), Teatro di guerra (1998), Una disperata
vitalità (1999), L'odore del sangue (2003), Caravaggio. L'ultimo
tempo (2004), Noi credevamo (2009), Napoli 24 (2010), La
meditazione di Hayez (2011), Il giovane favoloso (2014),
Pastorale cilentana (2015), Capri - Revolution (2018), Il Sindaco
del rione Sanità (2019), Qui rido io (2021), Laggiù qualcuno mi
ama (2023)
Martedì
2 maggio 2023:
PETITE MAMAN
di Céline Sciamma, con Joséphine Sanz, Gabrielle Sanz, Nina Meurisse,
Stéphane Varupenne, Margot Abascal
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