Rassegna di primavera 2023 | 23 maggio 2023
CRY MACHO
Regia: Clint Eastwood
Soggetto: dal romanzo “Cry macho” di N. Richard Nash (ed.
Libreria Pienogiorno)
Sceneggiatura: Nick Schenk, N. Richard
Nash
Fotografia: Ben Davis
Musiche: Mark Mancina
Montaggio: Joel Cox, David Cox
Scenografia: Ronald R. Reiss
Costumi: Deborah Hopper
Interpreti: Clint Eastwood (Mike Milo),
Dwight Yoakam (Howard Polk), Daniel V. Graulau (funzionario confine messicano),
Amber Lynn Ashley, Brytnee Ratledge, Alexandra Ruddy (ragazze hippie),
Sebestien Soliz (operaio), Horacio Garcia Rojas (Aurelio), Ivan Hernandez
(Lucas), Fernanda Urrejola (Leta), Lincoln A. Castellanos (Zafiro), Eduardo
Minett (Rafo), Juan Mendoza Solis (barista), Natalia Traven (Marta), Marco
Rodríguez (Porfirio), Abiah Martinez (nipote a sei anni), Ramona Thornton
(nipote a 4 anni), Elida Munoz (nipote a 14 anni), Cesia Isabel Rosales (nipote
a 10 anni), Jorge-Luis Pallo (Diaz), Ana Rey (signora Reyes), Rocko Reyes
(capitano Garcia), Paul Lincoln Alayo (sergente Perez)
Produzione: Clint Eastwood, Albert S.
Ruddy, Tim Moore, Jessica Meier per Malpaso Productions/Ruddy Productions/Warner
Bros.
Distribuzione: Warner Bros. Pictures
Durata: 104’
Origine: U.S.A., 2021
Data uscita: 2 dicembre 2021
Mike Milo, ex stella del rodeo e ora
allevatore di cavalli in declino, nel 1979 accetta l'incarico di un ex boss di
riportare a casa il figlio dal Messico. Costretto a percorrere strade
secondarie nel loro viaggio verso il Texas, l'improbabile coppia affronta un
viaggio inaspettatamente arduo, durante il quale l'allevatore di cavalli, ormai
stanco di tutto, trova dei legami imprevisti oltre che il suo senso di
riscatto.
Clint Eastwood non fa mai quello che ci
aspettiamo da lui. Come avviene spesso nei casi di attori/registi che non fanno
mistero delle proprie idee (vedasi Woody Allen o Nanni Moretti), siamo convinti
di conoscerlo attraverso i film che fa, siamo convinti di sapere cosa pensi
attraverso le sue dichiarazioni pubbliche. Invece esce un film come “Cry Macho”, coerente con molto della sua
filmografia ma anche capace di presentare un personaggio che solo per le scelte
che fa offre un punto di vista sul maschile (cioè sulle aspettative che la
società impone riguardo l’atteggiamento degli uomini) così spiazzante che non
penseremmo possa arrivare da Eastwood.
Per parlare di questo Eastwood non pesca
troppo lontano, con una sceneggiatura che era in giro da diversi anni,
rimaneggiata da Nick Schenk, sceneggiatore con cui aveva già collaborato per “Gran Torino” e “The Mule - Il corriere”. Difatti il prodotto finito non va troppo
lontano da quei due film. Come in “Gran
Torino” c’è un uomo anziano che interagisce con un ragazzo di un’altra
etnia per stimolare in lui un po’ di spina dorsale ed evitare che si faccia
influenzare dai più idioti; come in “The
Mule” ci sono viaggi in macchina per un lavoro non proprio pulitissimo che
viene portato a termine con lentezza, con la calma dell’anzianità, lasciando
che i problemi e gli incerti d’azione si girino nella sua direzione invece che
agendo di destrezza per piegarli a sé. È un film in cui il protagonista riesce
nelle sue imprese facendo fare quasi tutta la fatica agli altri.
E proprio l’impresa di “Cry Macho” è la cosa più originale del film. Si tratta di andare a
recuperare un ragazzo in Messico. È là perché la madre l’ha portato via con sé,
e proprio il padre, che vive in Texas, è determinato a riaverlo. Ragione per la
quale commissiona il viaggio ad un suo vecchio amico, un cowboy. Non sarà
facile trovare, recuperare e convincere il ragazzo di 13 anni a fuggire con
lui, ma soprattutto non sarà facile lasciare il Messico. Alle difficoltà si
aggiunge una sosta in una minuscola località, una locanda e un ranch con
cavalli dove la storia si ferma. Quello che era un film di caccia, tra
telefonate, nascondigli e anche un pugno (avrà pure 90 anni ma se la situazione
lo richiede e un gallo lo aiuta a distrarre il ricevente, Clint un pugno, uno
di numero, ancora lo può dare), diventa di colpo un film vacanziero, di sosta,
con anche una donna.
È una storia accattivante raccontata con il
tono che, di nuovo, non ci aspettiamo. C’è il ritmo compassato ma non noioso
degli ultimi film di Eastwood e un desiderio di confronto e di conversazione
che non appartiene a tutti i suoi film. Soprattutto, come dice il titolo, il
desiderio è di mettere insieme visioni diverse di cosa un uomo possa essere. Il
ragazzo Clint lo troverà in un combattimento illegale tra galli, che è la
metafora migliore per l’atteggiamento machista, e per tutto il tempo si opporrà
alle idee di cui il giovane è stato imbevuto, cioè che un uomo debba essere
forte, che debba essere duro e non debba parlare dei propri sentimenti. Le
combatterà, come già detto, senza rinunciare ad un pugno quando serve, ai
soliti insulti con cui si relaziona nei confronti degli altri o ai grugniti
infastiditi. Ma anche con momenti di eccezionale tenerezza come una scena al
buio in cui una voce quasi rotta tradisce commozione con una recitazione solo
vocale fantastica. Un momento di vero cinema (l’unico davvero ai livelli
storici di Eastwood di tutto il film) in cui si respira un’atmosfera
particolarissima.
E su tutto a trionfare è quest’aria serena che
pervade un film che ha le sue durezze. Per decenni Clint Eastwood è stato
sinonimo di ritmo e azione. Poi è diventato sinonimo di film di grande flemma,
in cui si sparava ancora ma con molta amarezza. Adesso Eastwood è sinonimo di
uno degli ultimi sguardi dell’America di una volta sull’America di oggi, uno
che al contrario di qualsiasi altro discorso dal passato non pensa solo alla
degenerazione dei tempi ma ha la capacità di ponderare ogni considerazione e
contaminarla sempre di cinema, cioè delle storie e delle sensazioni che girano
intorno alle intenzioni. Non è solo che i suoi personaggi intendono il mondo
come una volta, è che ne dimostrano la forza con gli eventi, vivendo in un
certo modo e prendendo decisioni che non diremmo mai. Quando “Cry Macho” finisce, con un ballo lento
in una locanda e la sua classica e quieta dissolvenza verso il nero, capiamo
che questa storia si è rivoltata come un calzino perché così ha voluto il
protagonista. Si è sottratto alla dinamica di caccia, si è sottratto al film
d’azione e ad un certo punto senza dover dare spiegazioni a nessuno ha scelto
di fermarsi e fare altro. In qualsiasi altro film sarebbe stata una scelta
assurda, in questo, nonostante i molti difetti e le molte pecche, è invece una
scelta coerentissima.
Gabriele Niola, Wired
CLINT EASTWOOD
Filmografia:
Breezy (1971), Lo
straniero senza nome (1974), Assassinio
sull'Eiger (1975), Il texano dagli
occhi di ghiaccio (1976), L'uomo nel
mirino (1977), Bronco Billy
(1980), Firefox - Volpe di fuoco (1982), Honkytonk Man (1983), Coraggio... fatti ammazzare (1983), Il cavaliere pallido (1985), Gunny (1986), Bird (1988), Cacciatore
bianco, cuore nero (1990), La recluta
(1990), Gli spietati (1992), Un mondo perfetto (1993), I ponti di Madison County (1995), Potere assoluto (1997), Mezzanotte nel giardino del bene e del male
(1997), Fino a prova contraria
(1998), Space cowboys (2000), Debito di sangue (2002), Mystic River (2003), Million Dollar Baby (2004), Flags of our fathers (2006), Lettere da Iwo Jima (2006), Changeling (2008), Gran Torino (2008), Invictus
(2009), Hereafter (2010), J. Edgar (2011), A star is born (2013), Jersey
Boys (2014), American Sniper
(2015), Sully (2016), Il Corriere - The Mule (2018), Cry Macho (2021)
Martedì 23 maggio 2023:
CRY MACHO di Clint Eastwood, con Clint Eastwood, Eduardo Minett, Natalia
Traven, Dwight Yoakam, Fernanda Urrejola
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