ENNIO
Regia: Giuseppe Tornatore
Soggetto e sceneggiatura:
Giuseppe Tornatore
Fotografia: Fabio Zamarion, Giancarlo
Leggeri
Musiche: Ennio Morricone
Montaggio: Massimo Quaglia, Annalisa
Schillaci
Suono: Gilberto Martinelli, Fabio
Venturi
Produzione: Gianni Russo e Gabriele
Costa per B Produzioni, in coproduzione con Potemkino, Terras, Gaga, Blossom
Island
Distribuzione: Lucky Red in collaborazione
con TimVision
Durata: 150’
Origine: Italia, 2021
Data uscita: 17 febbraio 2022
Nastro
d'Argento per il documentario dell'anno (2022); David di Donatello 2022 per
miglior documentario, miglior montaggio, miglior suono.
Ritratto
a tutto tondo di Ennio Morricone, il musicista più popolare e prolifico del XX
secolo, il più amato dal pubblico internazionale, due volte Premio Oscar®,
autore di oltre 500 colonne sonore indimenticabili. Il documentario lo racconta
attraverso una lunga intervista di Tornatore al Maestro, testimonianze di
artisti e registi, come Bertolucci, Montaldo, Bellocchio, Argento, i Taviani,
Verdone, Barry Levinson, Roland Joffè, Oliver Stone, Quentin Tarantino - scene
di fiction, musiche e immagini d'archivio.
“Ennio”
è anche un'indagine volta a svelare ciò che di Morricone si conosce poco. Come
la sua passione per gli scacchi, che forse ha misteriosi legami con la sua
musica. Ma anche l'origine realistica di certe sue intuizioni musicali come
accade per l'urlo del coyote che gli suggerisce il tema de “Il buono il brutto,
il cattivo”, o il battere ritmato delle mani su alcuni bidoni di latta da parte
degli scioperanti in testa ad un corteo di protesta per le vie di Roma che gli
ispira il bellissimo tema di “Sostiene Pereira”. Un'attitudine all'invenzione
che trova conferma nel suo costante amore per la musica assoluta, e la sua
vocazione a una persistente sperimentazione.
C’è una sorta di trasversalità che percorre “Ennio”, il documentario di Giuseppe
Tornatore che racconta, sviscerandone quanti più aspetti possibili, la vita di
Ennio Morricone, scomparso nel 2020, con cui il regista ha collaborato per
quasi trent’anni, instaurando un rapporto amicale di fiducia reciproca. Ed è
proprio questa diagonale, non solo narrativa, ma anche storica, geografica,
musicale, a guidare lo spettatore all’interno dell’immenso album dei ricordi
messo insieme da Tornatore.
Seguendo un ordine narrativo che procede
cronologicamente (l’infanzia, il padre trombettista, il conservatorio e il
maestro Petrassi, il lavoro alla RCA fino al provvidenziale incontro col
cinema), Tornatore costruisce il suo documentario come una partitura musicale
giocata sul contrappunto, come amava fare Morricone. C’è l’intervista-fiume che
fa da traccia principale, a cui si intersecano le altre voci, che
contribuiscono a costruire, rinsaldare, definire la personalità umana e
professionale del compositore. Un insieme composito di interviste, brani
musicali, ricordi privati e immagini pubbliche, film e spartiti, parole e
filmati. Un grande tributo degli artisti, registi, sceneggiatori, musicisti,
attori il cui percorso umano e professionale si è intrecciato, per un lungo o
breve periodo, a quello del Maestro: Bernardo Bertolucci, Carlo Verdone, Dario
Argento, Hans Zimmer, Quentin Tarantino, Clint Eastwood, Oliver Stone, Nicola
Piovani, Marco Bellocchio, Paolo e Vittorio Taviani, Barry Levinson, Roland
Joffé, Bruce Springsteen, John Williams, Joan Baez, Quincy Jones e Pat Metheny,
tra gli altri. Il tentativo è quello di restituire allo spettatore un’immagine
di Morricone quanto più dettagliata possibile, perfettamente tridimensionale.
Un uomo che ha avuto la capacità di attraversare le epoche, i generi, le
geografie e metterli in dialogo, pur rimanendo ancorato al presente
contemporaneo, mantenendo la più assoluta fedeltà a sé stesso. E così “Ennio” è il racconto del divenire, del
costruirsi di un’identità, solida e inflessibile, determinata e rigorosa, che
ha portato Morricone all’essere isolato ed estromesso dal mondo accademico, in
primis dagli amici e dal suo maestro Petrassi, incapaci di vedere oltre
l’orizzonte storico, guardando di sottecchi il suo prestarsi alla musica da
cinema, tradendo la classica, vera e unica espressione di musica colta.
In questo contesto ha giocato un ruolo
fondamentale la moglie Maria, che ha accolto e custodito con riservatezza le
fragilità di un uomo e un musicista, permettendogli di poter esprimere il suo
genio senza dover trascinare con sé le proprie incertezze. Una figura
fondamentale eppure così dimessa, in ombra, metafora di un’intimità lasciata
sullo sfondo, talmente privata da non potersi prestare nemmeno all’occhio più
rispettoso. E la forza del documentario sta tutta nell’intimità del racconto in
prima persona, nella commozione che fluisce dal ricordo, con una naturalezza
spiazzante, nella memoria di ferro delle divagazioni musicali. Per Morricone
comporre musica voleva dire difendersi dalla solitudine, affidando agli
strumenti le proprie passioni interiori. Ecco allora che si chiarificano le
ombre, che emergono i non detti: la delusione per quegli Oscar non vinti, non
futili simboli di un successo mai rincorso, quanto una legittimazione
all’esistenza di un uomo che ha consegnato se stesso ad ogni nota scritta. Per
due ore e mezza i capolavori di Morricone risuonano senza tregua ed è chiaro il
tentativo di costruire il documentario sul modello di un grande concerto
polifonico, riuscendo comunque a mantenere una chiarezza espressiva che la
massiccia quantità di materiale, tra archivio, aneddoti e curiosità, avrebbe
potuto facilmente annebbiare.
Chiara Zuccari,
Sentieri Selvaggi
Che il film di
Giuseppe Tornatore su Ennio Morricone non sia il classico documentario che,
secondo la solita formula narrativa, alterna interviste e materiali di
archivio, bensì il maestoso, geniale lavoro di un regista capace di unire arte
e vita, musica e poesia, per offrire una lettura inedita e personalissima di
uno degli artisti più celebrati della storia del cinema, lo si capisce proprio
dall’incipit, in cui osserviamo il Maestro intento a fare ginnastica nel suo
studio. Movimenti ritmici non troppo distanti da quelli usati per dirigere
l’orchestra, atti di quella disciplina che è stata alla base di tutta la vita
del leggendario compositore e che la dice lunga sul suo rigoroso approccio al
lavoro.
Non che in “Ennio”,
presentato fuori concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, non ci siano
interviste e materiali di archivio, anzi. Nel corso di 150 minuti ascoltiamo le
parole di numerosissimi testimoni (…)..
La grandezza del
documentario di Peppuccio, un vero capolavoro, sta nell’invenzione di un
“montaggio polifonico” che restituisce una straordinaria sinfonia di voci e
suoni mai vista prima in un lavoro del genere. Il ritmo del film è talmente in
sintonia con le nostre emozioni da poter durare per sempre, senza sfocature e
momenti di stanchezza. E si imparano così tante cose su questo artista, che
Tarantino aveva paragonato ai grandi nomi della musica classica come Mozart e
Beethoven, da auspicare che il film, godibilissimo anche per i non addetti ai
lavori, diventi materia di studio, proprio come un manuale di istruzioni, in
tutte le scuole dedicate a chi il cinema vuole farlo.
Racconti,
aneddoti, curiosità, ricordi, confessioni, gesti si alternano con passione,
divertimento e grande semplicità, rievocando sin dall’infanzia e gli esordi,
la lunga e prolifica carriera di Morricone, invenzioni e colpi di genio nella
canzone pop così come nella musica sperimentale e in quella da film, il suo
rapporto con gli spaghetti western di Sergio Leone, la mancata collaborazione
con Stanley Kubrick per “Arancia
meccanica”, il rammarico di non aver mai ottenuto la giusta considerazione
da quel mondo accademico al quale aspirava, l’ammirazione e l’omaggio di chi
gli riconosce di aver cambiato le regole della musica, la commozione sul palco
del Kodak Theatre durante la consegna degli Oscar, l’amore per la moglie Maria
che gli spezza la voce, i grandi silenzi più eloquenti di tante dichiarazioni
di intenti.
Alessandra De
Luca, Ciak
GIUSEPPE
TORNATORE
Filmografia:
Il
camorrista (1986), Nuovo cinema Paradiso (1988), Stanno tutti bene (1989), Una pura formalità (1994), Lo schermo a tre punte (1995), L'uomo delle stelle (1995), La leggenda del pianista sull'oceano (1998), Malèna (2000) La sconosciuta (2006), Baarìa (2009), L'ultimo Gattopardo - Ritratto di Goffredo
Lombardo (2010), La migliore
offerta (2012), La corrispondenza (2016), Ennio (2021)
Martedì 13 giugno 2023:
SPENCER di Pablo Larraín, con Kristen Stewart, Timothy
Spall, Jack Farthing, Sean Harris, Sally Hawkins
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