Rassegna di primavera 2023 | 6 giugno 2023

 



ENNIO

Regia: Giuseppe Tornatore
Soggetto e sceneggiatura: Giuseppe Tornatore
Fotografia: Fabio Zamarion, Giancarlo Leggeri
Musiche: Ennio Morricone
Montaggio: Massimo Quaglia, Annalisa Schillaci
Suono: Gilberto Martinelli, Fabio Venturi
Produzione: Gianni Russo e Gabriele Costa per B Produzioni, in coproduzione con Potemkino, Terras, Gaga, Blossom Island
Distribuzione: Lucky Red in collaborazione con TimVision
Durata: 150’
Origine: Italia, 2021
Data uscita: 17 febbraio 2022
Nastro d'Argento per il documentario dell'anno (2022); David di Donatello 2022 per miglior documentario, miglior montaggio, miglior suono.

Ritratto a tutto tondo di Ennio Morricone, il musicista più popolare e prolifico del XX secolo, il più amato dal pubblico internazionale, due volte Premio Oscar®, autore di oltre 500 colonne sonore indimenticabili. Il documentario lo racconta attraverso una lunga intervista di Tornatore al Maestro, testimonianze di artisti e registi, come Bertolucci, Montaldo, Bellocchio, Argento, i Taviani, Verdone, Barry Levinson, Roland Joffè, Oliver Stone, Quentin Tarantino - scene di fiction, musiche e immagini d'archivio.
“Ennio” è anche un'indagine volta a svelare ciò che di Morricone si conosce poco. Come la sua passione per gli scacchi, che forse ha misteriosi legami con la sua musica. Ma anche l'origine realistica di certe sue intuizioni musicali come accade per l'urlo del coyote che gli suggerisce il tema de “Il buono il brutto, il cattivo”, o il battere ritmato delle mani su alcuni bidoni di latta da parte degli scioperanti in testa ad un corteo di protesta per le vie di Roma che gli ispira il bellissimo tema di “Sostiene Pereira”. Un'attitudine all'invenzione che trova conferma nel suo costante amore per la musica assoluta, e la sua vocazione a una persistente sperimentazione.
C’è una sorta di trasversalità che percorre “Ennio”, il documentario di Giuseppe Tornatore che racconta, sviscerandone quanti più aspetti possibili, la vita di Ennio Morricone, scomparso nel 2020, con cui il regista ha collaborato per quasi trent’anni, instaurando un rapporto amicale di fiducia reciproca. Ed è proprio questa diagonale, non solo narrativa, ma anche storica, geografica, musicale, a guidare lo spettatore all’interno dell’immenso album dei ricordi messo insieme da Tornatore.
Seguendo un ordine narrativo che procede cronologicamente (l’infanzia, il padre trombettista, il conservatorio e il maestro Petrassi, il lavoro alla RCA fino al provvidenziale incontro col cinema), Tornatore costruisce il suo documentario come una partitura musicale giocata sul contrappunto, come amava fare Morricone. C’è l’intervista-fiume che fa da traccia principale, a cui si intersecano le altre voci, che contribuiscono a costruire, rinsaldare, definire la personalità umana e professionale del compositore. Un insieme composito di interviste, brani musicali, ricordi privati e immagini pubbliche, film e spartiti, parole e filmati. Un grande tributo degli artisti, registi, sceneggiatori, musicisti, attori il cui percorso umano e professionale si è intrecciato, per un lungo o breve periodo, a quello del Maestro: Bernardo Bertolucci, Carlo Verdone, Dario Argento, Hans Zimmer, Quentin Tarantino, Clint Eastwood, Oliver Stone, Nicola Piovani, Marco Bellocchio, Paolo e Vittorio Taviani, Barry Levinson, Roland Joffé, Bruce Springsteen, John Williams, Joan Baez, Quincy Jones e Pat Metheny, tra gli altri. Il tentativo è quello di restituire allo spettatore un’immagine di Morricone quanto più dettagliata possibile, perfettamente tridimensionale. Un uomo che ha avuto la capacità di attraversare le epoche, i generi, le geografie e metterli in dialogo, pur rimanendo ancorato al presente contemporaneo, mantenendo la più assoluta fedeltà a sé stesso. E così “Ennio” è il racconto del divenire, del costruirsi di un’identità, solida e inflessibile, determinata e rigorosa, che ha portato Morricone all’essere isolato ed estromesso dal mondo accademico, in primis dagli amici e dal suo maestro Petrassi, incapaci di vedere oltre l’orizzonte storico, guardando di sottecchi il suo prestarsi alla musica da cinema, tradendo la classica, vera e unica espressione di musica colta.
In questo contesto ha giocato un ruolo fondamentale la moglie Maria, che ha accolto e custodito con riservatezza le fragilità di un uomo e un musicista, permettendogli di poter esprimere il suo genio senza dover trascinare con sé le proprie incertezze. Una figura fondamentale eppure così dimessa, in ombra, metafora di un’intimità lasciata sullo sfondo, talmente privata da non potersi prestare nemmeno all’occhio più rispettoso. E la forza del documentario sta tutta nell’intimità del racconto in prima persona, nella commozione che fluisce dal ricordo, con una naturalezza spiazzante, nella memoria di ferro delle divagazioni musicali. Per Morricone comporre musica voleva dire difendersi dalla solitudine, affidando agli strumenti le proprie passioni interiori. Ecco allora che si chiarificano le ombre, che emergono i non detti: la delusione per quegli Oscar non vinti, non futili simboli di un successo mai rincorso, quanto una legittimazione all’esistenza di un uomo che ha consegnato se stesso ad ogni nota scritta. Per due ore e mezza i capolavori di Morricone risuonano senza tregua ed è chiaro il tentativo di costruire il documentario sul modello di un grande concerto polifonico, riuscendo comunque a mantenere una chiarezza espressiva che la massiccia quantità di materiale, tra archivio, aneddoti e curiosità, avrebbe potuto facilmente annebbiare.
Chiara Zuccari, Sentieri Selvaggi

Che il film di Giuseppe Tornatore su Ennio Morricone non sia il classico documentario che, secondo la solita formula narrativa, alterna interviste e materiali di archivio, bensì il maestoso, geniale lavoro di un regista capace di unire arte e vita, musica e poesia, per offrire una lettura inedita e personalissima di uno degli artisti più celebrati della storia del cinema, lo si capisce proprio dall’incipit, in cui osserviamo il Maestro intento a fare ginnastica nel suo studio. Movimenti ritmici non troppo distanti da quelli usati per dirigere l’orchestra, atti di quella disciplina che è stata alla base di tutta la vita del leggendario compositore e che la dice lunga sul suo rigoroso approccio al lavoro.
Non che in “Ennio”, presentato fuori concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, non ci siano interviste e materiali di archivio, anzi. Nel corso di 150 minuti ascoltiamo le parole di numerosissimi testimoni (…)..
La grandezza del documentario di Peppuccio, un vero capolavoro, sta nell’invenzione di un “montaggio polifonico” che restituisce una straordinaria sinfonia di voci e suoni mai vista prima in un lavoro del genere. Il ritmo del film è talmente in sintonia con le nostre emozioni da poter durare per sempre, senza sfocature e momenti di stanchezza. E si imparano così tante cose su questo artista, che Tarantino aveva paragonato ai grandi nomi della musica classica come Mozart e Beethoven, da auspicare che il film, godibilissimo anche per i non addetti ai lavori, diventi materia di studio, proprio come un manuale di istruzioni, in tutte le scuole dedicate a chi il cinema vuole farlo.
Racconti, aneddoti, curiosità, ricordi, confessioni, gesti si alternano con passione, divertimento e grande semplicità, rievocando sin dall’infanzia e gli esordi, la lunga e prolifica carriera di Morricone, invenzioni e colpi di genio nella canzone pop così come nella musica sperimentale e in quella da film, il suo rapporto con gli spaghetti western di Sergio Leone, la mancata collaborazione con Stanley Kubrick per “Arancia meccanica”, il rammarico di non aver mai ottenuto la giusta considerazione da quel mondo accademico al quale aspirava, l’ammirazione e l’omaggio di chi gli riconosce di aver cambiato le regole della musica, la commozione sul palco del Kodak Theatre durante la consegna degli Oscar, l’amore per la moglie Maria che gli spezza la voce, i grandi silenzi più eloquenti di tante dichiarazioni di intenti.
Alessandra De Luca, Ciak

GIUSEPPE TORNATORE
Filmografia:

Il camorrista (1986), Nuovo cinema Paradiso (1988), Stanno tutti bene (1989), Una pura formalità (1994), Lo schermo a tre punte (1995), L'uomo delle stelle (1995), La leggenda del pianista sull'oceano (1998), Malèna (2000) La sconosciuta (2006), Baarìa (2009), L'ultimo Gattopardo - Ritratto di Goffredo Lombardo (2010), La migliore offerta (2012), La corrispondenza (2016), Ennio (2021)

Martedì 13 giugno 2023:
SPENCER di Pablo Larraín, con Kristen Stewart, Timothy Spall, Jack Farthing, Sean Harris, Sally Hawkins

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