Stagione 2023/2024 | 5 dicembre 2023
EVERYTHING
EVERYWHERE ALL AT ONCE
Regia: Daniel Kwan, Daniel Scheinert
Sceneggiatura: Daniel Kwan, Daniel Scheinert
Fotografia: Larkin Seiple
Musiche: Son Lux
Montaggio: Paul Rogers
Scenografia: Jason Kisvarday, Amelia Brooke
Interpreti: Michelle Yeoh (Evelyn Wang), Stephanie Hsu (Joy
Wang/Jobu Tupaki), Ke Huy Quan (Waymond Wang), James Hong (Gong Gong), Jamie
Lee Curtis (Deirdre Beaubeirdre), Tallie Medel (Becky Sregor), Jenny Slate
(Debbie), Harry Shum Jr. (Chad), Biff Wiff (Rick)
Produzione: Virginie Besson-Silla, Daniel Kwan, Mike Larocca,
Anthony Russo, Joe Russo, Daniel Scheinert, Jonathan Wang per A24/Agbo
Production/Iac Films/Year Of The Rat
Distribuzione: I Wonder Pictures
Durata: 139’
Origine: U.S.A., 2022
Data uscita: 6 ottobre 2022
Golden Globe 2023 per la miglior attrice in un film commedia o
musical (Michelle Yeoh).
Evelyn Wang gestisce una piccola lavanderia a gettoni, ha una figlia
adolescente che non capisce più, un padre rintronato e un matrimonio alla
frutta. Un controllo fiscale di routine diventa inaspettatamente la porta attraverso
cui Evelyn viene trascinata in una avvincente e coloratissima avventura nel
multiverso più innovativo e divertente mai visto. Chiamata a salvare il destino
degli universi, dovrà attingere a tutto il suo coraggio per sconfiggere un
nemico all'apparenza inarrestabile e riportare l'armonia nella sua famiglia.
Evelyn e il marito Waymond sono cinesi americani con una tipica impresa
di famiglia: una lavanderia a gettoni. Sono però indietro con le tasse e devono
presentarsi presso l'ufficio della IRS con vari documenti che giustifichino la
detrazione delle spese. Della famiglia fanno parte anche il nonno materno Gong
Gong e la figlia Joy, che è in una relazione lesbica mal digerita dalla madre.
Nell'ufficio di Evelyn la banalità della sua vita viene travolta da una
sconcertante missione: il multiverso è in pericolo e la donna, assumendo in sé
le capacità delle proprie varianti da altri mondi, deve cercare di arrestare
una misteriosa entropia cosmica.
“Everything everywhere all at once” sfida i Marvel Movie sul
loro territorio narrativo con i mezzi del cinema indipendente e ne esce
vincitore grazie alle molte soluzioni artigianali e all'affettuoso omaggio al
cinema di Hong Kong. Ci sono infatti le mani dalle dita giganti e amorfe che
paiono uscite dai film di Michel Gondry e c'è il kung fu che fa uso di oggetti
comuni come armi, dagli spazzoloni ai dildo, nello stile dei combattimenti
slapstick di Jackie Chan. La sceneggiatura era infatti stata inizialmente
scritta nel 2016 per Chan, ma poi i registi hanno preferito una protagonista
femminile, più insolita e pure più al passo con i tempi, del resto Michelle
Yeoh nelle arti marziali non è seconda a nessuno. La ‘villain’ è una Jaime Lee
Curtis logorata da una vita nell'ufficio delle tasse, con tanto di pancia
prostetica, ma che non manca di sfoderare la propria grinta. All'insegna del
recupero di un cinema passato ci sono poi il mitico James Hong, reso immortale
da Grosso Guaio a Chinatown e il sorprendente ritorno di Ke Huy Quan, alias
Jonathan Ke Quan, attore vietnamita americano che da bambino aveva partecipato
a “Indiana Jones e il tempio maledetto” e “I Goonies”. È invece
quasi un esordio quello di Stephanie Hsu, che al cinema aveva avuto solo ruoli
minori ed era per lo più nota per “La fantastica Signora Maisel” in Tv,
dove interpreta Mei Lin, la nuova compagna di Joel. Il casting guarda dunque
molto agli anni ’80 del cinema americano e punta sulla comunità asiatica,
trasfigurando in senso eroico (ma pure comico e autocritico) la sua vita in
America, assai più di quanto non abbia fatto “Shang-Chi e la leggenda dei
dieci anelli” che invece si spostava presto in location lontane e in mondi
fantastici.
“Everything everywhere all at once” lascia che la storia
abbracci molte realtà diverse, come “Doctor Strange nel multiverso della
follia” - che peraltro in America è uscito più o meno nelle stesse date
invitando ulteriormente al confronto - ma riesce anche a mantenere il racconto
nel mondo asiatico-americano, un po' come ha fatto il film della Pixar Red; “Everything
everywhere all at once” è diretto dai "Daniels" ossia da Daniel
Kwan e Daniel Scheinert - registi di videoclip già fattisi notare con
l'originalissimo “Swiss Army Man - Un amico multiuso” - ed è una
scommessa dei fratelli Russo in veste di produttori.
Andrea Fornasiero, Mymovies.it
Che cos’è il Multiverso? Una dimensione parallela, la frammentazione
del presente in più realtà. È ormai una colonna portante della fantascienza, ma non disdegna anche la favola.
Pensiamo a Peter Pan, a quella ‘seconda stella a destra’ che portava all’Isola
che non c’è. Oggi il multi che diventa anche meta è stato sdoganato da “Matrix”,
per arrivare fino alla Marvel che ci ha costruito un impero. Non a caso tra i
produttori di “Everything everywhere all at once” spiccano i fratelli
Russo, i registi di quattro capitoli (tra cui i due più importanti, “Avengers:
Infinity War” e “Avengers: Endgame”) delle avventure targate Marvel.
Ma qui non siamo dalle parti della Disney, a tenere le redini del progetto è la
meritoria A24. L’obiettivo è creare il film più estremo, colorato e coraggioso
che sia mai stato realizzato sul multiverso. Dal blockbuster si passa
all’indie, il trionfo è nel pop e nell’incontro di più generi. La strizzata
d’occhio a “Matrix” è d’obbligo, ma non mancano pure Wong Kar-wai (“In
the mood for love”) e “I guardiani della galassia” che si fondono
con “Ratatouille”. Impresa folle? Forse. Ma è proprio questo che
affascina del cinema di Dan Kwan e Daniel Scheinert: la continua ricerca di una
nuova invenzione visiva per sparigliare le carte e muoversi tra l’azione e la
risata. Si uniscono Oriente e Occidente (in principio doveva esserci Jackie
Chan), il wuxia sfocia nell’action più esasperato. La chiave è già nel titolo,
nel trittico che accompagna l’intera durata del film. ‘Tutto’: il feroce
tentativo di avere ogni cosa sotto controllo, superando anche il nostro
universo. ‘Ovunque’: appartenere all’infinito e non accettare mai il singolo.
‘In una volta sola’: poter soppiantare la propria dimensione, piegare la
scienza per spingersi verso l’eternità. “Everything everywhere all at once”
è quindi una dichiarazione d’intenti, che mette in guardia fin dall’inizio.
Sfida lo sguardo, si interroga sulle false verità che ci circondano. Ci si può
fidare della vista? Non in questo caso. Perché nello stesso momento un’altra
proiezione di noi stessi magari sta facendo il contrario di quello che
pensiamo. Kwan e Scheinert puntano su una nuova creatività, sulla
sovrapposizione di ogni attimo, sul brivido dell’incredibile. “Everything
everywhere all at once” è una scommessa, a suo modo un esperimento. Rispetta le
leggi cardine della Hollywood di oggi. Al centro mette un’eroina che viene dal
nulla e, si sa, poi da grandi poteri derivano grandi responsabilità. La sua
parabola di crescita è abbastanza canonica, e anche il nemico è al femminile.
Ma poi le linee narrative si intersecano, e il racconto assume toni romantici. Tra
i suoi eccessi, “Everything everywhere all at once” nasconde una
tenerezza non comune, una love story al capolinea che ha bisogno di nuova
linfa. In modo mirabolante, rielabora i rapporti famigliari, dà vita
all’apocalisse per soffermarsi sulle dinamiche che si svolgono tra le mura di
casa. Di sicuro è una sorpresa, brillante nel suo incedere, che non ha paura di
osare scatenando il finimondo.
Gian Luca Pisacane, Cinematografo.it
DANIEL KWAN, DANIEL SCHEINERT
Filmografia: Swiss army man (2016), Everything
everywhere all at once (2022)
Martedì 12 dicembre 2023:
FOREVER YOUNG - LES AMANDIERS di Valeria Bruni Tedeschi, con Sofiane
Bennacer, Nadia Tereszkiewicz, Louis Garrel, Micha Lescot
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