Stagione 2023/2024 | 26 marzo 2024



PASSEGGERI DELLA NOTTE


Titolo originale
: Les passagers de la nuit
Regia: Mikhaël Hers
Sceneggiatura: Mikhaël Hers, Maud Ameline, Mariette Désert
Fotografia: Sébastien Buchmann
Musiche: Anton Sanko
Montaggio: Marion Monnier
Scenografia: Charlotte de Cadeville
Costumi: Caroline Spieth
Suono: Vincent Vatoux, Caroline Reynaud, Sylvain Malbrant, Daniel Sobrino
Interpreti: Charlotte Gainsbourg (Elisabeth Davies), Quito Rayon Richter (Mathias Davies), Noée Abita (Talulah), Megan Northam (Judith Davies), Thibault Vinçon (Hugo), Emmanuelle Béart (Vanda Dorval), Laurent Poitrenaux (Manuel Agostini), Didier Sandre (Jean), Lilith Grasmug (Leïla), Calixte Broisin-Doutaz (Carlos), Eric Feldman (Domi), Raphaël Thiéry (Francis), Zoé Bruneau (professoressa di storia), Mounir Margoum (Lounès), Heza Botto (Matthias), Jean-Pierre Petit (cassiere del cinema), Adrien Colliard  (Gonzo), Mohammed Sadi (Leïla), Frédérique Bardakoff (Claire Wadd), Rufo Quintavalle (assistente di Claire Wadd), Calypso Buijtenhuijs (Judith), Ophélia Kolb (collega bibliotecaria)
Produzione: Pierre Guyard per Nord-Ouest Films
Distribuzione: Wanted Distribution
Durata: 111'
Origine: Francia, 2021
Data uscita: 13 aprile 2023
In concorso al 72. Festival di Berlino (2022).


Parigi, 1981. La notte delle elezioni che avrebbe visto la vittoria di Mitterrand, soffia il vento del cambiamento e i francesi prendono d'assalto le strade, euforici. Ma Élisabeth (Charlotte Gainsbourg) fatica a condividere lo stato d'animo generale di ottimismo. Il suo matrimonio sta volgendo al termine e ora dovrà sostenere la sua famiglia. È sconvolta e suo padre e i suoi figli adolescenti sono preoccupati che la situazione non migliori. Ma cosa accadrebbe se ascoltare le sue emozioni potesse aiutarla a iniziare a riempire la pagina bianca del suo futuro?
Si esce più leggeri dal film di Mickaël Hers, dimenticando per un po’ le pesantezze della vita. Non è detto che l’effetto duri molto, ma la sensazione è di quelle che non passano inosservate: “Passeggeri della notte” è un film che cerca di inseguire l’armonia invece del conflitto, la resilienza al posto dei rimpianti, alla ricerca di un modo di rapportarsi agli altri che aiuti ad affrontare gli ostacoli della vita. Perché gli ostacoli non spariscono, e nel film ce ne sono di tanti tipi diversi, ma tutti raccontati con la voglia di superarli, non con quella di compatirsi.
Ambientato negli anni Ottanta a Parigi, il film si apre con la vittoria di Mitterrand nel 1981 per passare subito al 1984: Elisabeth (Charlotte Gainsbourg) è appena stata lasciata dal marito e deve affrontare la vita con due figli a carico, la diciannovenne Judith (Megan Northam) e il diciassettenne Mathias (Quito Rayon-Richter), la prima più indipendente e sicura di sé, il secondo più insofferente (specie della disciplina scolastica) e fragile.
Il film, però (scritto dal regista con Maud Adeline e Mariette Désert), evita di mostrare i momenti di scontro: del marito e delle sue scelte non sapremo praticamente niente, anche le ragioni che spingono Elisabeth a scrivere alla conduttrice di un programma radiofonico notturno, Vanda Dorval (Emmanuelle Béart) rimangono nel vago: vediamo solo la protagonista che viene chiamata per un colloquio e che viene assunta come collaboratrice, incaricata soprattutto di filtrare le telefonate che arrivano in diretta. Non c’è compassione né pietismo o altro, solo il senso di una vita che offre delle possibilità che vanno sperimentate, con cui è giusto misurarsi. Persino nei rapporti coi figli, dove tutto non va certo nel modo migliore, Elisabeth dimostra una disponibilità, una scelta di ascolto che a volte può assomigliare alla rassegnazione ma che poi si rivela il modo più efficace per ritrovare un’armonia e una solidarietà non scontate.
Ogni tanto il film lascia spazio al ritmo calmo e pacato della trasmissione notturna, dove il programma che dà il titolo al film prevede un ospite che condivida la propria storia, e la voce educata e rispettosa dell’intervistatrice finisce per contribuire a quel senso di calma empatica che sembra avvolgere tutto, compresa la presenza (è ospite una notte del programma) di una giovane squatter, Talulah (Noée Abita), che Elisabeth non si sente di lasciare su una panchina e che invita a casa propria.
Anche qui, comunque, non per sottolineare un atto di generosità o di pietà ma piuttosto per offrire al film l’occasione di confrontarsi - nei toni calmi e non concitati che gli sono propri - con qualcuno di sostanzialmente diverso, capace così di esaltare ancora di più le caratteristiche dei vari personaggi. A cominciare da Mathias che vede nella ragazza poco più grande di lui quel mondo da cui confusamente si sente attratto. Anche sessualmente.
A un certo momento “Passeggeri della notte” salta all’improvviso a quattro anni dopo, e precisamente al 1988. Nel frattempo la vita è andata avanti, ognuno avendo imparato a fare i conti con sé stesso e le proprie forze e trovando dentro di sé le risorse per crescere: Judith scegliendo quell’indipendenza che cercava, Mathias confrontandosi con le sue ambizioni di poeta e le delusioni sentimentali con cui una rediviva (per poco) Talulah lo costringe a fare i conti e infine Elisabeth trovando dentro di sé la forza per accettarsi davvero e sapersi ancora desiderabile. A mettere la parola fine ci penserà un trasloco che obbliga tutti a chiudere definitivamente con un appartamento a volte cuccia a volte acquario, dove ci si è nascosti o messi in mostra, silenziosa tela di fondo per una vita con cui si cercava di fare i conti.
Forse alla fine non si impara molto da questo film, ma se ne esce tuttavia con l’impressione di aver visto una bella fetta di verità, uno squarcio di vita come la vorremmo vivere, anche grazie alla prova davvero magistrale di Charlotte Gainsbourg, mai così convincente nella sua ricerca di un sottotono capace di restituire il senso della vita.
Paolo Mereghetti, Corriere della Sera

«Tutto sembrava possibile. Tutto era nuovo. L’aria sembrava leggera, la vita più giovane». Così Annie Ernaux descrive, in “Gli anni”, i giorni e le settimane successivi al 10 maggio 1981, data dell’elezione di François Mitterand a presidente della repubblica francese; con lo stesso storico evento si apre il film di Hers, catturando di quei tempi lo spirito ottimista e grintosamente votato al nuovo. Pur scegliendo come protagonista una donna che al nuovo si affaccia con fatica: Elisabeth (Charlotte Gainsbourg, maiuscola in ogni sua nota sommessa), piantata dal marito e costretta a reinventarsi una vita, nonché a trovarsi un lavoro per mantenere sé stessa e i due figli adolescenti nel loro appartamento del XV arrondissement parigino. Quella di Hers è nostalgia per un tempo che non ha realmente vissuto, non con coscienza: bambino all’epoca che racconta, mette in scena gli anni ‘80 con i colori, gli accessori e la musica di ricordi fasulli e quintessenziali, prendendo in prestito le immagini di dichiarati numi tutelari, Rohmer e Rivette, che i protagonisti guardano in sala. Con un gioco di citazioni più sofisticato di quanto appaia, perché “Passeggeri della notte” è, anche, un film sulle case (ed ecco “Le notti della luna piena”), un film su Parigi come luogo dell’anima (“Le pont du Nord”; ma anche spezzoni dalla metropolitana d’epoca del doc “Jacques Rivette le veilleur”), un film di donne forti e fragili - oltre a Gainsbourg, un’Emmanuelle Béart ieratica e mascolina, e la giovane Noée Abita, che appare e scompare come un tragico e romantico fantasma - quanto l’indimenticabile Pascale Ogier. Un film su quel passato in cui ogni futuro pareva possibile: un tempo che esiste solo al cinema.
Ilaria Feole, Film Tv


MIKHAËL HERS
Filmografia:
Montparnasse (2009), Memory Lane (2010), Quel giorno d'estate (2018), Passeggeri della notte (2021)


Martedì
2 aprile 2024:
L'ULTIMA NOTTE DI AMORE di Andrea Di Stefano, con Pierfrancesco Favino, Linda Caridi, Antonio Gerardi, Francesco Di Leva

 

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