Stagione 2023/2024 | 5 marzo 2024




NON COSÌ VICINO


Titolo originale
: A man called Otto
Regia: Marc Forster
Soggetto: dal romanzo "L'uomo che metteva in ordine il mondo" di Fredrick Backman
Sceneggiatura: David Magee
Fotografia: Matthias Koenigswieser
Musiche: Thomas Newman
Montaggio: Matt Chessé
Scenografia: Barbara Ling
Interpreti: Tom Hanks (Otto), Rachel Keller (Sonya), Mariana Treviño (Marisol), Manuel Garcia-Rulfo (Tommy), Mack Bayda (Malcolm), Cameron Britton (Jimmy), Juanita Jennings (Anita), Peter Lawson Jones (Reuben), Max Pavel (Andy), Kailey Hyman (Barb), Peter Sipla (capo Stimco Steel), Cindy Jackson (addetta alle consegne), Christiana Montoya (Luna), Alessandra Perez (Abbie), Bodhi Wilson (Otto bambino), Ira Amyx (padre di Otto), Greg Allan Martin (Lucas), Truman Hanks (giovane Otto), Jon Osbeck (medico militare), Elle Chapman (Sarah, bigliettaia), Bryant Carroll (conducente treno), Emonie Ellison (giovane Anita), Lavel Schley (giovane Reuben)
Produzione: Rita Wilson, Marc Forster, Tom Hanks, Louise Rosner
Distribuzione: Sony Pictures Realising Italia
Durata:
Origine: Svezia, U.S.A., 2023
Data uscita: 16 febbraio 2023

La storia di Otto Anderson (Tom Hanks), un vedovo scontroso e molto fissato con le sue abitudini. Quando una giovane e vivace famiglia si trasferisce nella casa accanto, l'incontro con Marisol, ragazza brillante e in dolce attesa, crea un'improbabile amicizia che sconvolgerà il suo mondo. Una storia divertente e struggente che racconta come alcune famiglie nascono anche nei luoghi più inaspettati.
Otto (Tom Hanks) non ne può proprio più dell’umanità che gli sta intorno. Quegli “idioti” (così li definisce borbottando) che violano la sua proprietà transitando per la stradina privata del quartiere, sbagliano a fare la raccolta differenziata o non parcheggiano correttamente le biciclette. Ma la vita in sé, a ben vedere, sembra non aver più molto da offrire al vedovo ormai anziano, solo e indotto al pre-pensionamento dall’azienda dove lavorava. Lo vediamo infatti, all’inizio di “Non così vicino” (“A man called Otto”), mentre è intento ad acquistare una corda per impiccarsi (non senza polemizzare sul prezzo) e raggiungere così l’amata moglie Sonya (Rachel Keller), che andandosene sembra essersi portata via tutta la tenerezza e la voglia di andare avanti dell’uomo. Ma forse proprio alcune di quelle persone fastidiose che lo importunano con le loro esistenze confusionarie, potranno fargli cambiare idea.
Non sorprende che il romanzo svedese “L’uomo che metteva in ordine il mondo” (2012) di Fredrik Backman e la connazionale trasposizione cinematografica “Mr. Ove” di Hannes Holm (2017, candidata all’Oscar) abbiano ispirato un remake hollywoodiano. Sembra scritta per piacere ed essere fatta propria da una certa Hollywood la storia di questo piccolo borghese conservatore dal cuore grande (letteralmente, e non è una fortuna), divenuto scontroso e misantropo per le offese di un destino e di una società percepiti come ostili. Un po’ come tanto ceto medio (anche) statunitense, che non capisce più un mondo cambiato rapidamente ed è vessato dai grandi poteri economici (nell’originale i “colletti bianchi” collusi con aziende private, qui una rapace società immobiliare che vuole sfrattare gli inquilini). Ma è soprattutto stilisticamente che il film nordeuropeo sembrava già presupporre la sua, sostanzialmente fedele, esecuzione made in USA, con quell’accorto dosaggio di dramma e commedia, risata e tragedia, umorismo nero e buoni sentimenti, amarezza e rilancio della fiducia nell’arte (difficile) di vivere. A informare di sé la maturazione di un ragazzo invecchiato che (re)impara ad aprirsi all’altro in più di un senso, compreso quello delle varietà etniche, di preferenze sessuali e di genere. Poche e “chirurgiche”, non a caso, le variazioni necessarie all’eclettico regista Marc Forster (“Monster’s Ball”, “Neverland”, “Quantum of Solace”, “World War Z”) e allo sceneggiatore David Magee (“Vita di Pi”, “Il ritorno di Mary Poppins”) per tradurre adeguatamente la formula del prototipo negli USA contemporanei: ad esempio, la vicina con famiglia che irromperà esuberante ed empatica nella vita di Otto è qui la messicana Marisol (Mariana Treviño), mentre al posto della coppia gay di Mr. Ove abbiamo il giovane transgender Malcolm (Mack Bayda). La riscrittura ha però anche il merito di asciugare significativamente la parte più debole del lungometraggio svedese, i troppi e lunghi flashback sul vissuto di Ove/Otto sospesi tra memoria idealizzata e facile commozione, riducendoli all’essenziale e ridimensionando la didascalica voce narrante in favore di un funzionale montaggio parallelo.
Offrendo in aggiunta al protagonista e co-produttore Hanks un interessante variazione sui suoi personaggi abituali. Il suo Otto (interpretato nella versione giovane dal figlio Truman), tutto giocato in sottrazione e compressione di un’emotività che a tratti (e tanto più intensa) erompe, sotto la dura scorza ha il calore di un piccolo, attempato Forrest Gump formato condominio, che aiuta a redimere la sua comunità dopo che quest’ultima ha saputo redimere lui. Ma gli tiene testa Mariana Treviño (tra i suoi precedenti ruoli sullo schermo, lo spin-off di “Narcos” e la versione messicana di “Perfetti sconosciuti”), che infonde alle corde del personaggio una prorompente vis comica.
Emanuele Bucci, Ciak

In America “Non così vicino”, remake del film svedese di sette anni fa “Mr. Ove”, è uscito a Natale. Data quanto mai azzeccata per il tipo di prodotto: un po' commedia un po' dramma, pieno buoni sentimenti e interpretato da uno dei divi più amati, Tom Hanks Ribattezzato Otto, l'attore interpreta un vedovo inconsolabile, scontroso e burbero, in conflitto perenne con chi non rispetta le regole: camioncini malparcheggiati, raccolta differenziata, cani che sporcano. Otto è deciso a togliersi la vita, ma qualcosa interviene sempre a ostacolare il progetto. Finché una coppia con figli non si trasferisce nella casa accanto: l'ingenuità della generosa Marisol comincerà a intaccare il suo carapace, dando il via a una storia di redenzione. Fedele all'originale, salvo piccole varianti (l'adolescente gay che il protagonista aiuta nel primo film qui è trans), “Non così vicino” si mantiene su un tono leggero, evitando le tinte della commedia nera e lasciandosi andare al sentimentalismo nel flashback con la moglie defunta. Forster realizza il genere di film che ti aspetti: commovente e prevedibile. Avendo cura di caricarne tutto il peso sulle spalle di Hanks, capace di trasformarsi da antipatico in amabile con la massima naturalezza.
Roberto Nepoti, La Repubblica


MARC FORSTER
Filmografia:
Everything put together (2000), Monster's Ball - L'ombra della vita (2001), Neverland - Un sogno per la vita (2004), Stay - Nel labirinto della mente (2005), Vero come la finzione (2006), Il cacciatore di aquiloni (2007), Quantum of Solace (2008), Machine Gun Preacher (2011), World War Z (2013), Chiudi gli occhi (2016), Ritorno al Bosco dei 100 Acri (2018), Wonder - White Bird (2023), Non così vicino (2023)


Martedì
12 marzo 2024:
HOLY SPIDER di Ali Abbasi, con Mehdi Bajestani, Zahra Amir Ebrahimi, Arash Ashtiani, Forouzan Jamshidnejad, Alice Rahimi

 

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