Stagione 2023/2024 | 2 aprile 2024

 


L'ULTIMA NOTTE DI AMORE

Regia
: Andrea Di Stefano
Sceneggiatura: Andrea Di Stefano
Musiche: Santi Pulvirenti
Fotografia: Guido Michelotti
Montaggio: Giogiò Franchini          
Interpreti: Pierfrancesco Favino (Franco Amore), Linda Caridi (Viviana), Antonio Gerardi (Cosimo), Francesco Di Leva (Dino), Martin Francisco Montero Baez (Ernesto), Katia Mironova (Rodica), Carlo Gallo (Tito Russo), Mauro Negri (medico legale), Fabrizio Rocchi (Lupo), Noemi Bertoldi  (Anna), Pang Bo (Mission), Alice Bossi (Rita), Michele Bottini  (Carmine Fresi), Manuela Buzzi (fidanzata di Abdu), Claudia Campani (ragazza punk), Chen Sijia Christina (figlia di Bao Zhang), Davide Daluiso (ospite), Renè Daniels (Abdu), Virginia Diop (Dream), Stefano Fiorentino (Gori), Antonio Gargiulo (Scari)
Produzione: Daniel Campos Pavoncelli, Marco Cohen, Marco Colombo, Fabrizio Donvito, Benedetto Habib, Francesco Melzi d'Eril, Gabriele Bebe Moratti per Vision Distribution/Indiana Production/Memo Films/Adler Entertainment
Distribuzione: Vision Distribution
Durata: 120'
Origine: Italia, 2022
Data uscita: 9 marzo 2023
Presentato al 73º Festival Internazionale del Cinema di Berlino (2023) nella sezione Berlinale Special Gala


La notte prima del suo pensionamento, il tenente di polizia Franco Amore viene chiamato a indagare sulla scena del crimine in cui il suo migliore amico e partner di lunga data Dino è stato ucciso durante una rapina di diamanti. Si capirà che Amore è stato coinvolto nella rapina e che solo l'amore di sua moglie Viviana lo aiuterà a sopravvivere a questa notte fatale.
Il longtake in plongée dei meravigliosi titoli di testa - senza dubbio tra i più belli visti nel cinema italiano recente -  ad osservare fatalmente dall'alto una Milano tanto affascinante quanto cupa e spettrale, è già un'evidente dichiarazione, se non d'intenti, quantomeno di sentimenti. Ce lo dice l'incedere tesissimo dello straordinario tema musicale di Santi Pulvirenti e ce lo dice anche il titolo: quello che vedremo di lì a poco sarà il racconto di un'ultima notte, un capolinea, la fine - di un'onoratissima carriera o di una vita -, un punto e mai più a capo. Una corsa immobile verso il termine dell'oscurità, un inciampo beffardo a poche ore dal traguardo, Milano che nel perdere (l') Amore, perderà probabilmente anche l'ultimo baluardo di giustizia, di onestà e di lealtà che le erano rimaste. In quella veduta aerea dunque, l'onnipotenza di un destino silenzioso che sorveglia una città, l'ingresso spaventoso in un mondo - e quindi in un genere - governato da leggi proprie, da codici nerissimi in grado di stritolare chiunque; perfino i giusti, deboli agli occhi di tutti perché non hanno mai sparato; perfino coloro che sono pieni d'amore.
Dopo due film dal cast e dalle ambizioni platealmente internazionali (“Escobar” con Benicio del Toro e “The Informer” con Rosamund Pike, Clive Owen, Ana De Armas), Andrea Di Stefano guarda finalmente all'Italia, ingaggiando l'attore nostrano più bravo e popolare del periodo per farlo duettare con una straordinaria Linda Caridi - femme la cui risolutezza fa da contrappunto alla presunta debolezza del marito: eccellente la scrittura e la chimica tra i due - e ritorna in quella Milano che nei grigi anni '70 aveva fatto da palcoscenico ideale per i noir di Fernando Di Leo e Umberto Lenzi. Eppure ne “L'ultima notte di Amore” non c'è traccia di quella violenza, di quella messa in scena sporca e furiosa che caratterizzava il poliziottesco; permane, come si diceva, quel generico e invincibile senso di sconfitta e stallo esistenziale tipico del noir, ma la grandezza del film sta anche nelle straordinarie geometrie disegnate all'interno dei pochi spazi in cui si sviluppa l'azione, in un'architettura narrativa che usa magistralmente il tempo per comprimere gli eventi e invertire di segno le situazioni (la festa) e in una calibratissima costruzione delle immagini, dove le ombre e i chiaroscuri sono sempre elementi significanti e coerenti, mai gratuitamente estetizzanti. Basti pensare al meraviglioso finale, in cui sarà proprio un'ombra (reale? immaginata? simbolica?) a sancire la fine della corsa, oppure alla lunga ed esaltante sequenza del trasporto in autostrada, quando la minaccia imminente passa attraverso la valutazione soggettiva dello sguardo, peraltro moltiplicato e frammentato dall'insistenza sugli specchietti retrovisori.
Di Stefano insomma, non guarda superficialmente al passato, non rifà banalmente il genere, piuttosto lo evoca, o meglio, ne evoca un sentimento, un approccio, un desiderio, per poi renderlo più attuale e contemporaneo che mai. È un film di oggi e sull'oggi, “L'ultima notte di Amore”, non perché gli interessi dire grandi cose su questo presente (forse pure lo fa, però vivaddio non è mai il motore ultimo dell'azione), ma perché finalmente parla, comunica, emoziona, esalta, intrattiene con immagini di oggi, presenti, urbane, metropolitane, nerissime. Senza la sterilità della copia, senza alcun vilipendio di immagini e intenzioni cadaveriche del passato, senza l'urgenza della denuncia sociale a tutti i costi. Nella produzione più popolare nostrana, forse bisogna tornare al bellissimo “Suburra” di Sollima, per ritrovare un'adesione altrettanto fideistica, appassionata e contemporanea ai codici del genere, uno sguardo altrettanto desideroso di raccontare prima che di dire.
That's Amore: per il genere, per le immagini, per il cinema.
Marco Catenacci, Spietati.it


Un vero poliziesco, non poliziottesco, questo di Andrea Di Stefano, ex principe di Kleist, che ha girato in pellicola uno slalom sgommante fra bene e male, immerso nelle luci notturne milanesi fin dalla rantolante panoramica iniziale. “L’ultima notte di Amore” è inteso come Franco Amore, poliziotto che sta per festeggiare la prima notte di quiete dopo 35 anni di onorato servizio. Sarà una debolezza (anche della sceneggiatura, è chiaro che quella banda di cinesi-milanesi sono da evitare) che gli costa il saldo di una vita. Scorta col collega amico una partita di diamanti ma un agguato in galleria, come lady D., vicino a Carugate, fa scoppiare il finimondo e mette in moto la corsa a ostacoli tra vero e falso, dovere e coscienza.
Popolosa, difficile sequenza action girata e montata benissimo che precipita nell’ambiguità formato famiglia, stoppando nella livida alba in Duomo, finale alla Melville. Un noir vero in cui Pierfrancesco Favino è al suo massimo in quella sfumata tenera durezza che controlla con gli occhi, Linda Caridi è perfetta nella colpevole molestia e il cuore di Francesco Di Leva subisce le angherie della malasorte calabro cinese. Su tutto l’aria cinica dell’amoralità diffusa nella Milano by night e il senso di un generale rimpianto, un pensionamento globale del vivere civile, ineluttabile ingorgo verso la tragedia, reso grottesco dalla colonna sonora di Santi Pulvirenti che gioca a fare Morricone con sospiri, coretti, fischietti e ansimi molto ben miscelati a un secco dialogo.
Maurizio Porro, Corriere della Sera


ANDREA DI STEFANO
Filmografia:
Escobar (2014), Three Seconds (2018), The Informer - Tre secondi per sopravvivere (2019 ), L'ultima notte di Amore (2022)


Martedì
9 aprile 2024:
IL GRANDE LEBOWSKI di Joel Coen, Ethan Coen, con Jeff Bridges, John Goodman, Julianne Moore, Steve Buscemi, David Huddleston

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