Stagione 2024/2025 | 29 ottobre 2024
ASTEROID CITY
Soggetto: Wes Anderson, Roman Coppola
Sceneggiatura: Wes Anderson
Fotografia: Robert D. Yeoman
Musiche: Alexandre Desplat
Montaggio: Barney Pilling
Scenografia: Adam Stockhausen
Costumi: Milena Canonero
Interpreti: Jason Schwartzman (Augie Steenbeck), Scarlett
Johansson (Midge Campbell), Tom Hanks (Stanley Zak), Jeffrey Wright (generale
Gibson), Tilda Swinton (dottoressa Hickenlooper), Bryan Cranston (narratore),
Edward Norton (Conrad Earp), Adrien Brody (Schubert Green), Liev Schreiber
(J.J. Kellogg), Hope Davis (Sandy Borden), Stephen Park (Roger Cho), Rupert
Friend (Montana), Maya Hawke (June), Steve Carell (manager del motel), Matt
Dillon (meccanico), Hong Chau (Polly), Willem Dafoe (Saltzburg Keitel), Margot
Robbie (attrice/moglie), Jack Ryan Woodrow), Jeff Goldblum (l’alieno)
Produzione: Wes Anderson, Steven Rales, Jeremy Dawson per
American Empirical Pictures/Indian Paintbrush
Distribuzione: Universal Pictures
Durata: 139'
Origine: U.S.A., 2023
Data uscita: 28 settembre 2023
1955, in un'immaginaria e remota cittadina americana
desertica. Qui si svolge un convegno di astronomia noto come Junior Stargazer.
La cittadina diventa per l'occasione meta per studenti, accompagnati dai
rispettivi genitori, provenienti da ogni parte del mondo.
Wes
Anderson firma il suo capolavoro, emanazione dell’altrettanto astruso e geniale
“Le avventure acquatiche di Steve Zissou”
Il consueto racconto a episodi è contenuto nei barocchismi e organizzato nel
montaggio interno, scatole dentro scatole di precisione millimetrica, generose
di invenzioni (gli esperimenti dei bambini, il colloquio attraverso le
finestre), personaggi pittoreschi e dialoghi da manuale (il discorso del
generale al concorso). La prima parte, in questo senso, è inaudita: nella
cittadina sperduta fra sabbia e funghi atomici, al solito osservata come una
casa delle bambole, si fermano varie figure seriose con sprezzo del ridicolo,
da cui il tipico umorismo dell’autore, al contempo mesto e buffo. Tornano i
rapporti problematici figli/genitori ma a impressionare è la creatività della
messinscena di una colorata commedia teatrale a cielo aperto, con prologo da
trasmissione televisiva e continue intromissioni, sempre in bianco nero, della
sua preparazione, fra drammaturgo alla Arthur Miller, provini alla Elia Kazan e
almeno una scena da antologia per scrittura (i biglietti ‘sceneggiati’, dati al
ragazzo per convincere l’attrice a interpretare il ruolo). Tante canzoni remote
da riscoprire e uno strepitoso uso delle tinte, fra Edward Hopper e disegni
pubblicitari o comunque iconici del periodo, frullati in uno slapstick alla
Frank Tashlin, un po’ cartone animato e un po’ comica (il treno giallo,
l’inseguimento della polizia, Beep Beep), un po’ musical e un po’ film di
cowboy, con paesaggi da “Paris, Texas”
e situazioni da “L’ultimo spettacolo”.
Se, con gli Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo, il racconto s’ancora troppo
all’idea degli alieni con tanto di insabbiamenti governativi, il film spicca il
volo quando, meta-cinematograficamente, fa chiedere al suo protagonista quale
sia il senso del suo personaggio e quando, con il buffo E.T. a passo uno di
mezzo, il quesito si estende anche al senso della vita. Le risposte sono nelle
parti tagliate di una storia che bisogna continuare a raccontare ma sono anche
scritte nel cosmo con questa verità: «Non puoi svegliarti se non ti addormenti».
Niccolò Rangoni Machiavelli,
Spietati.it
Avviso agli spettatori. Sedete vicino allo schermo e
preparatevi a un’eventuale seconda visione. Il nuovo film di Wes Anderson è
così brulicante di piani visivi, salti di tono, segnaletiche multiple, passaggi
dal bianco e nero al colore, sottintesi mascherati da nonsense (e viceversa),
grandi e grandissimi nomi anche in piccoli e piccolissimi ruoli, che la
sensazione di essersi persi qualcosa è inevitabile. Se poi detestate i film del
geniale texano, pensate che sia schiavo del suo stile o magari che faccia certe
scelte per sbaglio, come certi critici Usa, state alla larga.
Eppure l’idea è semplice. “Asteroid City” è una minuscola e archetipica città nel deserto
riservata a scienziati e cervelloni, soli o con famiglie più o meno mutilate al
seguito, che malgrado i colori pastello e il tono da fumetto diventa una specie
di capitale della Solitudine e della Malinconia. Il regista de “I Tenenbaum” e
de “Il treno per il Darjeeling” non è nuovo a questi incroci acrobatici. Si
potrebbe perfino dire che la frontalità e l’apparente semplicità del suo cinema
(non a caso molto imitato sul web) è la chiave che gli consente certe
acrobazie.
Se tutta questa leggerezza invita al sorriso è proprio
perché la sostanza è più aggrovigliata di quanto sembri. Come prova, sempre con
ironia, la parte in bianco e nero, che è un dietro le quinte. “Asteroid City” è infatti uno spettacolo
teatrale trasmesso in tv con un autore (Edward Norton) e un regista (Adrien
Brody), a tratti confusi, e un presentatore in cerca di certezze per introdurre
il tutto al pubblico (Bryan Cranston). Siamo infatti nel settembre del 1955,
mese e anno della morte di James Dean (Anderson ha detto più volte che il film
nasce come omaggio alla generazione dei Brando e dei Kazan), e le incertezze
sul fronte creativo rispecchiano in certo modo quelle esistenziali della pièce.
Con scambi fra i due mondi, apparizioni inopinate di star (occhio all’alieno, è
Jeff Goldblum, ma attenti soprattutto all’apparizione di Margot Robbie).
E un profluvio di personaggi bizzarri, convenuti per le
più varie ragioni in quel posto sperduto, assurdo ma carico di senso. Fra i
quali dobbiamo citare almeno due personaggi destinati ad amoreggiare a distanza
in modo insieme contorto e toccante, un’attrice bionda e tormentata che evoca
Marilyn (Scarlett Johansson) e un fotografo di guerra (il fedele Jason
Schwartzman), che allude invece a Robert Capa, di cui è nota una storia segreta
con Ingrid Bergman, ma Anderson adora mescolare le carte. Che su questo mondo
brulicante e così americano si stagli in extremis l’ombra di Pirandello
aggiunge mistero e grandezza. Al siciliano e al texano.
Fabio Ferzetti, L’Espresso
WES ANDERSON
Filmografia:
Un colpo da dilettanti
(1996), Rushmore (1998), I Tenenbaum (2001), Le avventure acquatiche di Steve Zissou (2004), Hotel Chevalier (2007), Il treno per il Darjeeling (2007), Fantastic Mr. Fox (2009), Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore
(2012), Grand Budapest Hotel (2014), L’isola dei cani (2018), The French Dispatch (2021), La meravigliosa storia di Henry Sugar
(2023), Asteroid City (2023)
Martedì 5 novembre 2024:
ANATOMIA
DI UNA CADUTA di Justine Triet, con Sandra Hüller, Antoine
Reinartz, Samuel Theis, Camille Rutherford, Swann Arlaud
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