Stagione 2024/2025 | 17 dicembre 2024
LE AVVENTURE DEL PICCOLO NICOLAS
Titolo originale: Le petit Nicolas qu'est-ce qu'on attend pour être heureux?
Regia: Amandine Fredon, Benjamin Massoubre
Sceneggiatura: Benjamin Massoubre, Michel Fessler, Anne Goscinny
Tratto da: fumetti di René Goscinny e Jean-Jacques Sempé
Musiche: Pierre-Marie Dru
Produzione: Christel Henon, Adrian Politowski , Aton Soumache per On Classics/Bidibul Productions/Align
Distribuzione: I Wonder Pictures
Durata: 82’
Origine. Francia, Lussemburgo, 2022
Data uscita: 15 febbraio 2024
Nicolas è un bambino vispo ma di buon cuore. Il suo sguardo creativo e imprevedibile trasforma in avventura ogni piccolo momento di quotidianità: i siparietti in famiglia, i giochi, la scuola, le gite al mare. E apre un universo di possibilità dove, a volte, un personaggio dei fumetti può arrivare persino a parlare coi suoi creatori.
È la fine degli anni '50. Lo scrittore René Goscinny e l'illustratore Jean-Jacques Sempé creano insieme il personaggio del piccolo Nicolas, che diventerà il protagonista di una lunga serie di avventure a fumetti ed entrerà nel cuore dei bambini di tutto il mondo, soprattutto quelli francesi, per cui Nicolas è un vero e proprio compagno di giochi. La caratteristica di queste storie è il modo in cui gli autori si immedesimano totalmente con il loro eroe pensando come fa un bambino della sua età, con la capacità unica di rievocare l'universo infantile senza giudicarlo. Ne “Le petit Nicolas” però è il protagonista ad entrare nel mondo dei suoi inventori, interagendo con loro e dandoci modo di conoscerli meglio per capire qual era il loro rapporto e quali ricordi del duo sono confluiti nella sua creazione.
Dopo i due deliziosi film firmati da Laurent Tirard e interpretati da Valérie Lemercier e Kad Merad, “Le petit Nicolas” torna alle origini con un film di pura animazione che riprende il tratto caratteristico delle storie a fumetti che hanno incantato generazioni di bambini.
E davvero incantevole è anche questa storia dal disegno poetico e preciso che ricrea la Parigi della seconda metà degli anni '50, i club frequentati da René (il commento musicale è di Ludovic Bource, che ha firmato la colonna sonora di “The Artist”) e le soffitte dei pittori. L'accento è anche sulla grande amicizia che legava Goscinny e Sempé a Albert Uderzo, cui ha posto fine solo la scomparsa prematura di quest'ultimo.
Il mondo ricreato nel film appare e scompare con la velocità del tratto a matita con cui è stato sempre disegnato il piccolo Nicolas, che a sua volta fa capolino nei momenti e nei luoghi più impensati, con lo stesso gusto per la marachella con cui ha sempre affrontato le sue avventure di carta, nonché spirito critico e curiosità infantile, invitando i suoi ideatori a raccontare il loro percorso nell'ambito di una carriera che in qualche modo ha consentito loro di rimanere bambini. Ed è divertentissimo sentir raccontare da Goscinny e Sempé come sono stati creati i personaggi della banda di piccoli amici di Nicolas, o come sono stati scelti i suoi genitori, coppia della media borghesia francese che doveva incarnare la normalità della vita di allora.
Paola Casella, MyMovies
Le avventure del
piccolo Nicolas non sono soltanto quelle ricavate dai libri scritti da René
Goscinny e illustrati da Jean-Jacques Sempé, traboccanti di una delicata quanto
discola infanzia nel dopoguerra francese: sono anche la trasposizione delle
esistenze dei suoi autori, i cui ricordi s'intrecciano con le storie di
Nicolas, mentre la barriera tra vissuto e fantasia non si riesce più a
scorgere. Questa è in sostanza la particolare esperienza che la sensibile regia
di Amandine Fredon e Benjamin Massoubre ha voluto costruire: una fusione tra
biopic (doppio, per Goscinny e Sempé) e adattamento cinematografico quasi
mimetico. “Le avventure del Piccolo
Nicolas” ha in originale un titolo programmatico, cioè “Le Petit Nicolas: Qu'est-ce qu'on attend
pour être heureux?”, letteralmente “Il
Piccolo Nicolas: Cosa aspettiamo per essere felici?” La ricetta della
felicità - o per meglio dire della leggerezza - sembrava proprio essere stata
colta dall'amicizia produttivamente creativa tra il leggendario sceneggiatore
René Goscinny e il vignettista e fumettista Jean-Jacques Sempé. Il primo fu
sradicato suo malgrado dalla Francia, per il lavoro di suo padre in Argentina,
rimanendo poi lontano dall'Europa nazista. Il secondo era un aspirante
disegnatore della provincia, in fuga da una famiglia fredda, innamorato di Parigi
e delle sue opportunità.
Alla radice, questo è
un film sulla famiglia in tutto e per tutto: è stato infatti scritto anche da
Anne Goscinny, che salutò nel 1977 prematuramente suo padre René, un genitore
che aveva condiviso col mondo intero e con Asterix, Lucky Luke, Iznogoud e
appunto Nicolas. Sarebbe forse persino sbagliato scrivere che Anne e gli autori
del film abbattano le barriere tra biografia e creazione letteraria: non le
vedono proprio. René e Jean-Jacques s'incontrano grazie a Nicolas e gli danno
vita nel 1960: è un bambino delle elementari, che vive le sue piccole avventure
e marachelle nella sua famiglia borghese (entusiasta per l'arrivo del
televisore) e nella sua scuola, con gli inseparabili compagni perfettamente
caratterizzati con pochi tocchi. C'è sicuramente una satira eterna nella
descrizione di quel mondo, lontano nel tempo eppure vicino: l'assenza di
cattiveria nel ritratto di persone teneramente imperfette annulla la distanza,
ed evita anche la trappola del qualunquismo, per la voglia di sorridere con
affetto davanti a qualsiasi situazione. René e Jean-Jacques, chiacchierando tra
loro o rispondendo a precise domande dello stesso Nicolas, che sporadicamente
abbandona le sue storie per confrontarsi con i suoi creatori, ricostruiscono la
propria vita e carriera. Indirettamente capiamo i motivi che li hanno portati a
Nicolas: la ricerca di un'appartenenza, alla famiglia perduta di Goscinny o
lasciata volutamente alle spalle da Sempé. Esplorare questo umorismo ci porta
più vicini a capirne l'anima di quello che potrebbe essere oggi il suo erede
ideale, il Greg di “Diario di una
schiappa”, creato da Jeff Kinney. L'adattamento delle spassose storie
selezionate, in sé, reggerebbe anche senza i raccordi che riguardano gli
autori, ammesso che di raccordi si possa parlare, visto che l'integrazione tra
le due dimensioni del racconto è giustamente disinvolta e senza remore. Lo
stile grafico scelto per il film aderisce infatti perfettamente al tratto di
Sempé e lo traduce in animazione a mano libera, portata a termine con cura
delicata da tre studi francesi. Così come Goscinny usava la fantasia per
sublimare il reale a fiaba, così la sintesi grafica riassume concetti con pochi
segni, persino col poetico coraggio di sfumare forme e colori, quando si
avvicinano al bordo della pagina - pardon, dello schermo. Il cuore di Ernest
& Celestine batteva già qui. Questo lungometraggio è un'operazione molto
diversa dagli adattamenti dal vero più recenti firmati da Laurent Tirard, come “Il piccolo Nicolas e i suoi genitori”
(2009), “Le vacanze del piccolo Nicolas”
(2014) o il da noi inedito “Le Trésor du
Petit Nicolas” (2021) di Julien Rappeneau. Sul piano visivo vi si
avvicinano di più le serie tv animate realizzate una decina d'anni or sono, ma
senza il rigore estetico sul quale si punta in questo caso. Non è però solo un
vezzo: da un lato c'è l'evanescenza di questi disegni, tanto emotivamente
potenti quanto essenziali. Dall'altro c'è la storia di due uomini bisognosi di
creare per completare la propria esistenza. I due percorsi s'incrociano a metà
strada per un grande risultato. Perché spiegare cosa significhi e quanta
importanza abbia la leggerezza è difficile, ma “Le avventure del piccolo Nicolas” l'incarna per noi.
Domenico
Misciagna, Coming Soon
AMANDINE FREDON,
BENJAMIN MASSOUBRE
Filmografia:
Le avventure del piccolo
Nicolas (2021)
Martedì 7 gennaio 2025:
PAST
LIVES di Celine Song, con Greta Lee, Teo Yoo, John Magaro,
Moon Seung-ah, Seung Min Yim
Buone Feste a tutti!
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