Stagione 2024/2025 | 21 gennaio 2025
PRISCILLA
Regia: Sofia Coppola
Sceneggiatura: Sofia Coppola
Tratto da: biografia “Elvis
e io” di Priscilla Presley e Sandra Harmon
Fotografia: Philippe Le Sourd
Musiche: Phoenix
Montaggio: Sarah Flack
Scenografia: Tamara Deverell
Interpreti: Cailee
Spaeny (Priscilla), Jacob Elordi (Elvis), Ari Cohen (capitano Beaulieu),
Dagmara Dominczyk (Ann Beaulieu), Tim Post (Vernon Presley), Lynne Griffin
(nonna 'Dodger'), Dan Beirne (Joe), Rodrigo Fernandez-Stoll (Alan 'Hog Ears'),
Dan Abramovici (Jerry), Matthew Shaw (Charlie), Tim Dowler-Coltman (Red), R
Austin Ball (Larry), Olivia Barrett (Alberta), Stephanie Moore (Dee), Luke
Humphrey (Terry West), Deanna Jarvis (Carol West), Jorja Cadence (Patsy),
Josette Halpert (Becky), Evan Annisette (Mike Stone), Stephanie Moran (ragazza
al party), Daniel Lipka (Don Beaulieu)
Produzione: Sofia Coppola per American Zoetrope; Youree
Henley, Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures
Distribuzione: Vision Distribution
Durata: 110’
Origine: U.S.A., Italia, 2023
Data uscita: 27 marzo 2024
Coppa Volpi per la migliore interpretazione
femminile a Cailee Spaeny alla 80. Mostra Internazionale d'arte Cinematografica
di Venezia (2023).
Quando l’adolescente Priscilla Beaulieu incontra
Elvis Presley a una festa lui, lui che è già una superstar del rock’n’roll, si
rivela a lei come un uomo completamente diverso. Sarà un colpo di fulmine, ma
anche un uomo capace di essere un alleato nella solitudine di questa ragazza, un
migliore amico vulnerabile. Attraverso gli occhi di Priscilla, Sofia Coppola ci
racconta il lato nascosto di un grande mito americano, attraverso un lungo
corteggiamento e un matrimonio turbolento. Una storia iniziata in una base
dell’esercito tedesco e proseguita nella sua tenuta da sogno a Graceland. Una
storia d’amore fatta di amore, sogni e fama.
Base militare USA di
Wiesbaden, Germania Occidentale, 1959. Priscilla Beaulieu ha quattordici anni,
è timida, coscienziosa, educata con affetto e rigore dalla mamma e dal padre
soldato. Certo, la vita inizia a starle stretta in quell’angolo un po’ sperduto
di Europa. Per svagarla, un soldato della base la invita a una festa -
ottenendo non senza sforzo il benestare paterno - dove ci sarà anche Elvis.
Elvis è già una celebrità -non c’è bisogno di specificare “Presley”, la sua
folgorante carriera è in un raro momento di pausa, giusto il tempo dei due anni
di servizio militare e poi si torneranno a macinare dischi, concerti, film.
Priscilla è emozionata ma non si intimorisce davanti alla star, che quasi
immediatamente si avvicina a questa ragazza minuta, dallo sguardo attento e con
una naturale disposizione all’ascolto. Dopo il primo incontro ne seguiranno
altri, e altri ancora fino a quando, dopo una lunga trattativa, Elvis
convincerà la famiglia Beaulieu a far trasferire Priscilla negli Stati Uniti,
con la garanzia di una supervisione del padre di Presley e di un’iscrizione a
una prestigiosa scuola cattolica.
“Priscilla”, ottavo film di Sofia Coppola, racconta la strana
gestazione e maturazione di un rapporto che nasce fuori equilibrio, che
inizialmente sembra un capriccio ma che si trasforma in profonda empatia, rara
passione, malcelato sopruso. È un film speculare all’”Elvis” di Baz Luhrman, raccontandone il lato privato e spostando
dal centro della scena l’ingombrante divo per mostrarne le ombre private. Anche
il tono scelto da Coppola è, consapevolmente, agli antipodi del “carnevale”
luhrmaniano. Viene cancellata ogni magniloquenza: lo stile è trattenuto e
pacato, i colori prediligono sfumature autunnali, la colonna sonora ha una
presenza pudica e mai ingombrante. Sembra quasi che Coppola voglia trovare uno
spazio discreto per questa protagonista costretta troppo presto a crescere
all’ombra di un personaggio che porta già su di sé le stimmate del mito.
Priscilla inizialmente
lotta per difendere il suo piccolo spazio di libertà nel rigido quotidiano
impostole dal padre, ma subito - poco più che bambina - viene inglobata, quasi
assorbita, dalla sfera di influenza di Elvis. Presley la protegge, certo. La
gratifica, forse a modo suo la ama (anche se non la tocca per anni, sfogando i
suoi appetiti sessuali con compagne di set). Ma più di tutto la priva della sua
giovinezza, le impedisce di crescere costringendola a essere precocemente
adulta. La libera dalla gabbia familiare per rinchiuderla in un’altra gabbia:
la celeberrima Graceland (la celebre tenuta di Memphis, oggi meta di
pellegrinaggi musicali) nella quale Priscilla - coccolata e vezzeggiata dalle
donne di quella strana micro-comunità - entra con facilità ma dalla quale non
riesce più a uscire.
“Priscilla” è la storia di una maturazione a lungo mancata, di una
ribellione a un amore - e a uno schema mentale - fondato su un possesso
patriarcale, della difficoltà a liberarsi da forme di possesso maschile che
nascondono il sopruso sotto una patina di affetto devoto. Elvis è a suo modo un
predatore e Priscilla una vittima a lungo collusa almeno fino al liberatorio
finale. Coppola non calca la mano sulla tossicità della relazione di coppia,
sulle scenate e sulle sofferenze, sulle droghe e sulle corna. Sceglie la via della
sottrazione, del palpito, della carezza. Come in tutti i suoi film - sì, Coppola fa sempre lo stesso film, ma lo fa
benissimo - indaga nelle pieghe dell’animo femminile, cesella un rarefatto
romanzo di formazione, rinuncia a ogni ridondanza stilistica per concentrarsi
sulla penombra. Un film maturo, poco urlato e apparentemente impalpabile, senza
lustrini ma invece lucidissimo nell’analisi emotiva e politica - sì, anche
politica - di un rapporto d’amore ingiusto, perché specchio di un potere ancora
una volta declinato al maschile.
Federico
Pedroni, Cineforum
Sofia Coppola porta al cinema l'autobiografia della moglie di Presley (scritta con Sandra Harmon) per raccontare la versione di Priscilla, l'altro lato del disco d'oro, che comprende anche i capitoli della solitudine, della gelosia, della rinuncia all'autonomia minima che le sarebbe derivata dal fare un lavoro, della richiesta - affatto reciproca - di esserci sempre, per lui, abbigliata e acconciata come piace a lui, nel rispetto dei suoi tempi, delle sue passioni passeggere, del volere inappellabile del Colonello che gli fa da manager e demiurgo. La sua storia era rimasta in ombra, eclissata dall'icona abbagliante del marito, e la Coppola di quell'ombra fa la cifra stilistica del film: sempre un po' oscurato dal punto di vista fotografico, perché Priscilla vive dietro le tende tirate, nel privato della camera da letto, lontana dai set, dentro l'automobile (e l'unica volta che, fidanzata-bambina, gioca in giardino col cane, viene rispedita subito in casa). Elvis è tenero, innamorato, e ha bisogno di lei, ma Priscilla è comunque una prigioniera, di quel sogno e di quel tempo: è questa la versione di Sofia Coppola, che rilegge il soggetto di partenza facendone il racconto di un'emancipazione femminile. Nell'adozione di un punto di vista univoco, per quanto opposto alla narrazione ufficiale, qualcosa resta, però, inevitabilmente fuori dal quadro ed è un'assenza che pesa. Se infatti la regista è bravissima nel riportare lo spettatore nel corpo e nello spirito inquieto di una ragazzina di quattordici anni (di qualsiasi epoca), e nel raccontare attraverso l'uso del dettaglio la sua trasformazione in donna, dispiace che questo porti con sé la riduzione della figura di Elvis a quella di un ragazzone un po' imbecille, lungo e diluito, in fondo buono, ma capriccioso e superficiale. Della sua musica non c'è quasi traccia, per questione di diritti.
Filmografia: Il giardino delle vergini suicide (1999), Lost in Translation - L'amore tradotto (2003), Marie Antoinette (2006), Somewhere (2010), Bling Ring (2013), L'inganno (2017), On the Rocks (2020),Priscilla(2023)
Martedì 28 gennaio 2025:
TATAMI di Guy Nattiv, Zar Amir Ebrahimi, con
Zar Amir Ebrahimi, Arienne Mandi, Jaime Ray Newman, Nadine Marshall, Lir Katz
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