Stagione 2024/2025 | 18 febbraio 2025
GLORIA!
Regia: Margherita Vicario
Sceneggiatura: Margherita Vicario, Anita Rivaroli
Fotografia: Gianluca Palma
Musiche: Margherita Vicario, Davide Pavanello
Montaggio: Christian Marsiglia
Scenografia: Luca Servino, Susanna Abenavoli
Costumi: Mary Montalto
Interpreti: Galatéa Bellugi (Teresa), Carlotta Gamba (Lucia),
Veronica Lucchesi (Bettina), Maria Vittoria Dallasta (Marietta), Sara Mafodda
(Prudenza), Paolo Rossi (Perlina), Elio (Romeo), Natalino Balasso
(governatore), Anita Kravos (donna Lidia), Vincenzo Crea (Cristiano), Jasmin
Mattei (Fidelia), Gioele Pagura (Giacomino), Romano Talevi (Alvise), Tommaso
Aiello (ragazzone), Dimitrios Nicholas Komninos (Luigi), Fabio Marroni (corriere),
Guido D'Ascenzo (Gustavo), Leonardo Mitri (Giacomino), Katia Monaco, Sofia
Gregoris, Grazia Maria Bastiani (signore ricche), Piero Colle (fedele ricco),
Fabio Marson (fedele povero), Michele Polo (Papa Pio VII)
Produzione: Valeria Jamonte, Manuela Melissano, Carlo
Cresto-Dina, Katrin Renz per Tempesta/Tellfilm/Rai Cinema
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 100’
Origine: Italia, Svizzera, 2024
Data uscita: 11 aprile 2024
Ambientato in un collegio femminile nella Venezia di
fine ‘700, “Gloria!” racconta la storia di Teresa, una giovane dal talento
visionario, che, insieme a un gruppetto di straordinarie musiciste, scavalca i
secoli e sfida i polverosi catafalchi dell’Ancien Régime inventando una musica
ribelle, leggera e moderna. Pop!
Il suono delle parole.
Alla fine è tutta questione di ritmo. Un dettaglio. Stacco. Un rumore. Stacco.
Sembra scritto come uno spartito musicale “Gloria!”,
che s’interrompe e ricomincia, proprio come il componimento che il Maestro
Perlina, interpretato da uno straniato Paolo Rossi, non riesce mai a
finire. È dedicato a tutte le
compositrici nascoste nelle pagine della storia l’esordio nel lungometraggio di
Margherita Vicario che è ambientato all’alba dell’Ottocento.
Nel decrepito istituto
femminile S. Ignazio, vicino Venezia, c’è una domestica che tutti conoscono
come “la Muta” che spesso non viene considerata oppure trattata male. La
ragazza invece ha un grande dono che le permette di rimodellare la propria
visione del mondo attraverso la musica. Una notte, nella cantina che doveva
liberare dai topi, scopre la presenza di un pianoforte nuovissimo. Mentre nel
collegio sono tutti in apprensione per prepararsi al meglio per l’imminente
visita del nuovo Papa Pio VII e non si riesce a trovare una composizione adeguata
per omaggiare il Pontefice, attorno a Teresa si riunisce un gruppo di quattro
ragazze che vengono subito colpite dal suo talento, tranne Lucia, che sogna di
scappare con l’uomo che ama, e dalla loro collaborazione nasce un brano
rivoluzionario.
Proprio come la canzone
“Gloria!”, quello diretto da Vicario
è un film di rottura. La scena fondamentale del concerto davanti al Papa è lo
stesso modo di porsi del lungometraggio nei confronti di un certo cinema
italiano. Prima la musica, poi le parole. I suoni di uno starnuto, della scopa
che spazza, dei panni lavati, del cucchiaio che sbatte sulla pentola. Anche tra
un primo piano e l’altro ci sono spesso degli intervalli brevissimi. In un cast
piacevolmente bizzarro che vede, oltre a Paolo Rossi, anche Elio, Natalino
Balasso, Vincenzo Crea e Anita Kravos, emerge soprattutto l’energia delle
protagoniste guidate da Galatea Bellugi nei panni di Teresa e di cui fanno
parte Carlotta Gamba, Maria Vittoria Dallasta, Sara Mafodda e Veronica
Lucchesi. Ed è proprio la cantante del duo La Rappresentante di Lista, nei
panni di Bettina, che regala un autentico brivido nel momento in cui canta
mentre Teresa suona.
Sì, “Gloria!” è rivoluzionario. Non tanto
perché unisce il film in costume, la commedia, il backstage musicale, ma per
come lo fa. Certo, non è compatto, se ci si impunta a trovarne i difetti, se ne
trovano quanti se ne vogliono. Ma segue l’onda e l’energia della musica e
soprattutto crea una frattura sensibile con la visione più classica, con la
“bella forma”. Perché della ‘bella forma’ a “Gloria!” non gliene può fregare di meno. Tutti quegli incontri di
notte in cantina davanti al pianoforte sono pura magia, conflitto, passione.
Tempo. Ritmo. La clessidra si gira. Ancora stacco. Fuori ci sono gli echi della
Rivoluzione Francese ma lì in quell’istituto il mondo sembra essersi fermato.
C’è anche il piacere e l’inganno, componimenti promessi da Cristiano al Maestro
Perlina che non sono all’altezza. «Cosa sente il mio orecchio?» dice il
personaggio di Paolo Rossi. Ecco, in “Gloria!”
sentiamo prima di vedere. È pura percezione nella ricerca dell’armonia, del
tempo, della passione e della bellezza. Dalle luci delle candele si intravedono
forse da lontano le fiamme del cinema di Céline Sciamma. Ma soprattutto “Gloria!” è il grande incrocio
(im)possibile tra X-Factor e Sofia Coppola. Proprio come Marie Antoinette
prende di petto la Storia e diventa pop. Per questo contagia e stravolge. Prima
ti descrive, poi ti racconta, infine ti abbraccia. È un film che ha un cuore
grande così e da un certo momento ti trascina dentro, a ballare e a cantare.
Un’inaspettata e bellissima rivelazione.
Simone
Emiliani, Sentieri Selvaggi
Margherita Vicario
viene da una famiglia di cineasti (suo nonno era il Marco Vicario di “Sette uomini d'oro”) ma è, diciamo come
"primo lavoro", una musicista. “Gloria!”,
il suo esordio nella regia, è un film sulla musica: il titolo non indica il
nome di una persona, ma un genere di canto sacro; e la regista stessa, assieme
a Davide Pavanello, firma la colonna sonora. Ambientato nel Veneto del 1800,
con Napoleone che insidia l'Italia e Papa Pio VII che sta per visitare le
Venezie, racconta la storia di un gruppo di ragazze che amano la musica e
compone musica in un convento per educande intitolato a Sant'Ignazio. Oltre
alle novizie, c'è anche Teresa, detta "la muta", che lavora come
domestica; ma per certi versi il personaggio principale è uno strumento di
nuova invenzione, il pianoforte, destinato a soppiantare le tastiere
settecentesche come il clavicembalo e la spinetta. In vista dell'arrivo di sua
santità bisogna comporre un pezzo encomiastico e il maestro del coro, musicista
mediocre, non ha uno straccio d'idea. Sarà Teresa a provvedere, entusiasmando
le compagne e gettando nello sconforto i maschi tradizionalisti. Questa
l'ambientazione, che è di per sé interessante, originale per il nostro cinema,
e pervasa di un sacrosanto empito femminista. Ma ciò che conta, nel film, è
come la musica si faccia immagine grazie alla forza ritmica del montaggio
(firmato da Christian Marsaglia), tecnica attraverso la quale il cinema
frammenta e ricompone il tempo: è musica, quindi, in senso stretto. Basterebbe
vedere la sequenza iniziale in cui tutti i rumori quotidiani del convento vanno
a comporre una "sinfonia" attraverso il sapiente assemblaggio delle
immagini. Non tutto il film è così, altrimenti sarebbe un videoclip: ma i
momenti in cui il ritmo si fa racconto sono i più forti e belli di un film che
poi trova il tempo anche di soffermarsi sui personaggi, su un coro femminile
composto da Galatea Bellugi, Carlotta Gamba, Veronica Lucchesi, Maria Vittoria
Dallasta, Sara Mafodda, Anita Kravos: un "ensemble" femminile
notevolissimo, rispetto al quale spicca per contrasto il bieco maestro
maschilista e approfittatore. Lo interpreta Paolo Rossi, sì, il comico, in una
prova drammatica veramente inaspettata. Film da vedere.
Alberto
Crespi, La Repubblica
MARGHERITA VICARIO
Gloria! (2024)
Martedì 25 febbraio 2025:
CATTIVERIE A DOMICILIO di Thea Sharrock, con Olivia Colman, Jessie Buckley, Anjana Vasan, Malachi Kirby, Timothy Spall
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