Stagione 2024/2025 | 25 febbraio 2025
CATTIVERIE A DOMICILIO
Titolo originale: Wicked Little Letters
Regia: Thea Sharrock
Sceneggiatura: Jonny Sweet
Fotografia: Ben Davis
Musiche: Isobel Waller-Bridge
Montaggio: Melanie Oliver
Interpreti: Jessie Buckley (Rose Gooding), Olivia Colman
(Edith Swan), Timothy Spall (Edward Swan), Gemma Jones (Victoria Swan), Malachi
Kirby (Bill), Alisha Weir (Nancy Gooding), Anjana Vasan (Gladys Moss), Hugh
Skinner (agente Papperwick), Edward Judge (Den), Michael O'Connor (Ray), Antony
Somers uomo CPS), Paul Chahidi (agente Spedding), Tim McMullan (giudice di
pace), Lolly Adefope (Kate), Eileen Atkins (Mabel), Joanna Scanlan (Ann), Ian
Drysdale (guardia carceraria), Jonny Sweet (Alwyn A. Anderson), Tim Key (padre
Ambrose), Jenny Galloway (Lizzie Bayliss), Laura June Hudson (donna indignata),
Robyn Elwell (bambino che piange), Reena Dusila (donna che stira), Cameron
Essam (uomo schiaffeggiato), Krishni Patel (Winnie Moss), Susie Fairfax
(Dorothea), Richard Goulding (mr. Scales), Cyril Nri (Judge Maccleston), Jason
Watkins (mr. Treading), Neil Fox-Roberts (impiegato postale)
Produzione: Graham Broadbent, Peter Czernin, Ed Sinclair,
Olivia Colman, Jo Wallett per Blueprint Pictures/Film4/ People Person Pictures/South
of the River Pictures/StudioCanal
Distribuzione: Lucky Red
Durata: 100’
Origine: Regno Unito, 2023
Data uscita: 18 aprile 2024
1922. Una cittadina affacciata sulla costa
meridionale dell’Inghilterra è teatro di un farsesco e a tratti sinistro
scandalo. Edith Swan, originaria del posto e profondamente conservatrice, e
Rose Gooding, turbolenta immigrata irlandese, sono vicine di casa. Quando Edith
e altri suoi concittadini iniziano a ricevere lettere oscene piene di scabrosità,
i sospetti ricadono immediatamente su Rose. Le lettere anonime scatenano una
protesta a livello nazionale che scaturisce in un processo. Saranno le donne -
guidate dalla poliziotta Gladys Moss - a indagare sul crimine, sospettando che
le cose potrebbero non essere come sembrano.
Edith e Rose. Puritana,
conservatrice, irreprensibile inglese l’una; sfrontata, strafottente,
anticonvenzionale irlandese l’altra. La Bibbia mandata a memoria, la casa di
famiglia rassettata in silenzio per la zitella; le risse al pub, un matrimonio
alle spalle, un compagno e una figlia senza padre, invece, per l’immigrata.
Dopo la Grande Guerra
sono diventate vicine di casa nella soporosa Littlehampton. La pace è
sconvolta, però, da una catena di lettere oscene che, d’improvviso, piove
addosso a Edith. L’onta per mamma Victoria e il tirannico papà Edward è
massima. Il caso rimbalza dalla costa sud dell’Inghilterra alle cronache
nazionali. La ribelle Rose finisce subito dietro le sbarre su denuncia di
Edith, salvo uscirne su cauzione poco dopo. Intanto gli insulti si moltiplicano
e colpiscono tutti i cittadini di Littlehampton, mentre incombe il processo
sulla testa di Rose. Il Ministro incalza, il commissario locale traccheggia,
così la poliziotta Gladys - altra immigrata sminuita in un mondo
maschiocentrico - s’incarica, a rischio di perdere il posto, di rischiarare un
caso che aspetta solo il verdetto definitivo per essere archiviato.
È l’irriverente,
slabbrata satira al femminile di Thea Sharrock (“Io prima di te” e “L’unico e
inseparabile Ivan” nel pedigree) che scommette sulla coppia d’assi Jessie
Buckley e Olivia Colman (anche produttrice), al secondo, lodevole film insieme
dopo “La figlia oscura” della
neoregista Gyllenhaal.
Il pas de deux delle
dive, messe a specchio in personaggi speculari, si rivela ispirato. Dalle loro
scornate si sprigiona l’humour acre che si allunga su morale e costumi
dell’Inghilterra primonovecentesca; sotto un caso clamoroso che all’epoca
sconvolse l’opinione pubblica, nidifica la radiografia della mentalità
britannica tra le guerre: reazionaria, ottusa, fallocentrica, pregna di
moralismo, soprattutto asfissiata da una repressione protestante che non
consente libertà e autodeterminazione alle donne.
Nella comica
detective-story che più in là si lega a doppio filo al dramma di dissociazione
psicologica, però, oltre al duo protagonista, si esalta un cast di grido: su
tutti Anjana Vasan agente perspicace, la buffonesca Joanna Marion Scanlan e il
ruvido Timothy Spall, notevole nella parte del padre padrone.
La regista modula i
registri, ammicca al sarcastico, scivola nel grottesco, scoperchia i tabù,
spernacchia maldicenze e moralismi non del tutto sperati. Soprattutto si
dimostra capace di donare mobilità di sguardo e brio al copione di Sweet,
altrimenti un po’ ingessato, perché incanalato sin da subito nella rivelazione
della colpevole degli insulti slabbrati.
Oltre l’ipocrisia di
massa, allora, finisce spernacchiato un maschile goffo, repressivo, ottuso,
quando non spregevole e miserabile nel potere. Se tra le “Cattiverie a domicilio”, infatti, non c’è spazio per nessun uomo
stimabile, a rinsaldarsi è il coraggio, la solidarietà, l’astuzia femminile.
Perché Sharrock
parteggia e incoraggia le donne alla ribellione: umiliate o liberate,
dissacranti o monacali. E noi con lei.
Davide Maria Zazzini, Cinematografo.it
C'era una volta un film intitolato “Il corvo” (Henri-Georges Clouzot, 1943): un film bellissimo e maledetto, girato nella Francia occupata dai nazisti, che raccontava di una comunità di provincia moralmente dilaniata da una valanga di lettere anonime. Clouzot si era ispirato al famoso “affaire” di Tulle, cittadina dell'Aquitania: le lettere la invasero fra il 1917 e il 1922, subito dopo la Grande Guerra. Anche “Cattiverie a domicilio” racconta un fatto di cronaca, avvenuto però in Gran Bretagna nel 1922, coincidenza assai curiosa: i traumi della Prima guerra mondiale, anche qui evocata, erano ovunque devastanti. Edith, una donna non sposata che vive con i genitori super bigotti, riceve continuamente lettere oscene. I sospetti si concentrano sulla sua vicina di casa Rose, giovane irlandese vedova con figlia, donna libera e alquanto sboccata. La polizia arresta Rose ma l'unica donna poliziotta del paese, Gladys, è convinta che i guanti siano altri: e noi spettatori con lei. Non c'è alcuna suspense sull'innocenza di Rose, e la scoperta del colpevole arriva a metà film, senza particolari sorprese. Ciò che conta, nella commedia diretta da Thea Sharrock, è la messinscena di una provincia inglese meschina ed emotivamente bloccata, e il ritratto di due donne che potrebbero essere amiche ma si rivelano i due volti di un Giano bifronte al femminile. Se altri attori gigioneggiano assai, riducendo i personaggi a macchiette, Olivia Colman e Jessie Buckley sono formidabili nei panni di Edith e di Rose. All'inizio vi sembrerà che anche la meravigliosa Colman faccia troppe smorfie: ma poi capirete, e applaudirete.
THEA SHARROCK
Filmografia:
Io prima di te (2016), L’unico e insuperabile Ivan (2020), Cattiverie a domicilio (2023), The beautiful game (2024)
Martedì 4 marzo 2025:
IL GUSTO DELLE COSE di Tran Anh Hung, con Juliette Binoche, Benoît Magimel, Emmanuel Salinger, Patrick d'Assumçao, Galatéa Bellugi
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